'Dante vivo', 1997-2022 © Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Società Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice, Richard Holloway, Akita Noek

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Anti-Purgatorio

DANTE ALIGHIERI

   COMMEDIA. PURGATORIO I

             
                                                                                                         La Navicella del 1300 Giubileo di Giotto a San Pietro a Roma   

           
 British Library, Egerton 943, fol. 63r                                                                                                
        

er correr miglior acque alza le vele 
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele;

4   e canterò di quel secondo regno 
  dove l'umano spirito si purga
  e di salire al ciel diventa degno.

  Ma qui la morta poesì resurga, 
  o sante Muse, poi che vostro sono;
  e qui Calïopè alquanto surga,       
                  
                                                                     
                                                                     Roman theatre for Terence's Comedies with Calliopius
                                                                                   Luçon Master, c. 1412, Bibl. de l'Arsenale 664, fol. 1v

10   seguitando il mio canto con quel suono
  di cui le Piche misere sentiro
  lo colpo tal, che disperar perdono.

13  Dolce color d'orïental zaffiro,  
  che s'accoglieva nel sereno aspetto
  del mezzo, puro infino al primo giro,

16   a li occhi miei ricominciò diletto, 
  tosto ch'io usci' fuor de l'aura morta
  che m'avea contristati li occhi e 'l petto.

19   Lo bel pianeto che d'amar conforta 
  faceva tutto rider l'orïente,
  velando i Pesci ch'erano in sua scorta.
                                                                                   

22   I' mi volsi a man destra, e puosi mente 
  a l'altro polo, e vidi quattro stelle
  non viste mai fuor ch'a la prima gente.

25  Goder pareva 'l ciel di lor fiammelle:
  oh settentrïonal vedovo sito,
  poi che privato se' di mirar quelle!

28   Com' io da loro sguardo fui partito, 
  un poco me volgendo a l 'altro polo,
  là onde 'l Carro già era sparito,                                                                               

n                                                                                                                       
        
                                                                                                                        

31   vidi presso di me un veglio solo,   
  degno di tanta reverenza in vista,
  che più non dee a padre alcun figliuolo.

34   Lunga la barba e di pel bianco mista 
  portava, a' suoi capelli simigliante,
  de' quai cadeva al petto doppia lista.

37   Li raggi de le quattro luci sante 
  fregiavan sì la sua faccia di lume,
  ch'i' 'l vedea come 'l sol fosse davante.

40   «Chi siete voi che contro al cieco fiume
  fuggita avete la pregione etterna?»,
  diss' el, movendo quelle oneste piume.

43  «Chi v'ha guidati, o che vi fu lucerna,
  uscendo fuor de la profonda notte
  che sempre nera fa la valle inferna?

46   Son le leggi d'abisso così rotte?
  o è mutato in ciel novo consiglio,
  che, dannati, venite a le mie grotte?».

49  Lo duca mio allor mi diè di piglio,
  e con parole e con mani e con cenni
  reverenti mi fé le gambe e 'l ciglio.

52   Poscia rispuose lui: «Da me non venni:
  donna scese del ciel, per li cui prieghi
  de la mia compagnia costui sovvenni.

55   Ma da ch'è tuo voler che più si spieghi 
  di nostra condizion com' ell' è vera,
  esser non puote il mio che a te si nieghi.

58   Questi non vide mai l'ultima sera;
  ma per la sua follia le fu sì presso,
  che molto poco tempo a volger era.

61   Sì com' io dissi, fui mandato ad esso 
  per lui campare; e non lì era altra via
  che questa per la quale i' mi son messo.

64   Mostrata ho lui tutta la gente ria; 
  e ora intendo mostrar quelli spirti
  che purgan sé sotto la tua balìa.

67   Com' io l'ho tratto, saria lungo a dirti; 
  de l'alto scende virtù che m'aiuta
  conducerlo a vederti e a udirti.

70   Or ti piaccia gradir la sua venuta:
  libertà va cercando, ch'è sì cara,
  come sa chi per lei vita rifiuta.

73   Tu 'l sai, ché non ti fu per lei amara
  in Utica la morte, ove lasciasti
  la vesta ch'al gran dì sarà sì chiara.

76   Non son li editti etterni per noi guasti, 
  ché questi vive e Minòs me non lega;
  ma son del cerchio ove son li occhi casti

79   di Marzia tua, che 'n vista ancor ti priega,
  o santo petto, che per tua la tegni:
  per lo suo amore adunque a noi ti piega.

82   Lasciane andar per li tuoi sette regni; 
  grazie riporterò di te a lei,
  se d'esser mentovato là giù degni».

85   «Marzïa piacque tanto a li occhi miei
  mentre ch'i' fu' di là», diss' elli allora,
  «che quante grazie volse da me, fei.

88   Or che di là dal mal fiume dimora,
  più muover non mi può, per quella legge
  che fatta fu quando me n'usci' fora.

91   Ma se donna del ciel ti move e regge,
  come tu di', non c'è mestier lusinghe:
  bastisi ben che per lei mi richegge.

94   Va dunque, e fa che tu costui ricinghe 
  d'un giunco schietto e che li lavi 'l viso,
  sì ch'ogne sucidume quindi stinghe;

97   ché non si converria, l'occhio sorpriso 
  d'alcuna nebbia, andar dinanzi al primo
  ministro, ch'è di quei di paradiso.

100   Questa isoletta intorno ad imo ad imo,
  là giù colà dove la batte l'onda,
  porta di giunchi sovra 'l molle limo:

103   null' altra pianta che facesse fronda
  o indurasse, vi puote aver vita,
  però ch'a le percosse non seconda.

106   Poscia non sia di qua vostra reddita;
  lo sol vi mosterrà, che surge omai,
  prendere il monte a più lieve salita».

109   Così sparì; e io sù mi levai 
  sanza parlare, e tutto mi ritrassi
  al duca mio, e li occhi a lui drizzai.

112   El cominciò: «Figliuol, segui i miei passi:
  volgianci in dietro, ché di qua dichina
  questa pianura a' suoi termini bassi».

115   L'alba vinceva l'ora mattutina   
  che fuggia innanzi, sì che di lontano
  conobbi il tremolar de la marina.

118   Noi andavam per lo solingo piano  
  com' om che torna a la perduta strada,
  che 'nfino ad essa li pare ire in vano.

121   Quando noi fummo là 've la rugiada
  pugna col sole, per essere in parte
  dove, ad orezza, poco si dirada,
                                                                                     

124   ambo le mani in su l'erbetta sparte
  soavemente 'l mio maestro pose:
  ond' io, che fui accorto di sua arte,

127  porsi ver' lui le guance lagrimose;
  ivi mi fece tutto discoverto
  quel color che l'inferno mi nascose.

130   Venimmo poi in sul lito diserto,
  che mai non vide navicar sue acque
  omo, che di tornar sia poscia esperto.

133   Quivi mi cinse sì com' altrui piacque: 
  oh maraviglia! ché qual elli scelse
  l'umile pianta, cotal si rinacque

136   subitamente là onde l'avelse.



British Library, Add. 19587, fol. 62



William Blake, Purgatorio, Canto 1


1 Dante sees the four stars of the Southern Cross, perhaps learned from Brunetto Latino's acquisition of Arabic knowledge during his embassy to the court of Alfonso el Sabio in Seville, Spain.
2 Pilgrims traditionally wore their beards bi-forked. Here Dante conflates Cato in Egypt with Moses in Egypt.
3 Brunetto Latino constantly wrote about Cato's opposition to the traitor Catiline

Dorothy Sayers used brilliant detective work to understand Dante's Purgatorio, her translation having these diagrams:

  












'DANTE VIVO'- LA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI (Testo, lectura, musica, immagini dei manoscritti):

Inferno I, Inferno II, Inferno III, Inferno IV, Inferno V, Inferno VI, Inferno VII, Inferno VIII, Inferno IX, Inferno X, Inferno XI, Inferno XII, Inferno XIII, Inferno XIV, Inferno XV, Inferno XVI, Inferno XVII, Inferno XVIII, Inferno XIX, Inferno XX, Inferno XXI, Inferno XXII, Inferno XXIII, Inferno XXIV, Inferno XXV, Inferno XXVI, Inferno XXVIIInferno XXVIII, Inferno XXIX, Inferno XXX, Inferno XXXI, Inferno XXXII, Inferno XXXIII, Inferno XXXIV 

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Paradiso
I, Paradiso II, Paradiso III, Paradiso IV, Paradiso V, Paradiso VI, Paradiso VII, Paradiso VIII, Paradiso IX, Paradiso X, Paradiso XI, Paradiso XII, Paradiso XIII, Paradiso XIV, Paradiso XV, Paradiso XVI, Paradiso XVII, Paradiso XVIII, Paradiso XIX, Paradiso XX, Paradiso XXI, Paradiso XXII, Paradiso XXIII, Paradiso XXIV, Paradiso XXV, Paradiso XXVI, Paradiso XXVII, Paradiso XXVIII, Paradiso XXIX, Paradiso XXX, Paradiso XXXI, Paradiso XXXII, Paradiso XXXIII

Commentary:

Dante throughout speaks of his poem as a ship, here in its opening miniature, and in Paradiso XI.118-139, in its words, evoking Arnolfo di Cambio's great mosaic seen by pilgrims arriving at St Peter's in the Vatican with St Peter in the storm in the ship, Christ on the shore, against a gold background, matched here by the gold backgrounds of the miniatures (a mosaic destroyed in the Renaissance rebuilding of the basilica). In Inferno XXI.7-21 we learn of the Venetian Arsenal in which the pilgrim ships were first caulked in dry dock so they would not sink during the voyage, in Inferno XXVI.106-142 we have Ulysses' shipwreck - which could be our own if we read the Commedia wrongly, again in Paradiso XIII.136-138, and finally in Paradiso XXX.94-96 we have Neptune's vision of the first ship ever built, Jason's Argo, sailing triumphantly with the Golden Fleece. See Catherine Adoyo's Rain which plays similar games with the false sea voyage by Vasco da Gama and its false poetry by Camoens, rectified by decolonializing truth.


'Dante vivo', 1997-2022 © Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Società Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice