'Dante vivo', 1997-2022 © Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Società Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice

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Luna



DANTE ALIGHIERI

COMMEDIA. PARADISO IV



Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 135

ntra due cibi, distanti e moventi
d'un modo, prima si morria di fame,
   che liber' omo l'un recasse ai denti;

  sì si starebbe un agno intra due brame 
  di fieri lupi, igualmente temendo;
  sì si starebbe un cane intra due dame:

  per che, s'i' mi tacea, me non riprendo,
  da li miei dubbi d'un modo sospinto,
  poi ch'era necessario, né commendo.

10   Io mi tacea, ma 'l mio disir dipinto
  m'era nel viso, e 'l dimandar con ello,
  più caldo assai che per parlar distinto.

13   Fé sì Beatrice qual fé Danïello, 
  Nabuccodonosor levando d'ira,
  che l'avea fatto ingiustamente fello;
                                                                                                     

16   e disse: «Io veggio ben come ti tira 
  uno e altro disio, sì che tua cura
  sé stessa lega sì che fuor non spira.

19   Tu argomenti: ``Se 'l buon voler dura,
  la vïolenza altrui per qual ragione
  di meritar mi scema la misura?".

22   Ancor di dubitar ti dà cagione
  parer tornarsi l'anime a le stelle,
  secondo la sentenza di Platone.

25   Queste son le question che nel tuo vell  
  pontano igualmente; e però pria
  tratterò quella che più ha di felle.

28   D'i Serafin colui che più s'india, 
  Moïsè, Samuel, e quel Giovanni
  che prender vuoli, io dico, non Maria,

31   non hanno in altro cielo i loro scanni
  che questi spirti che mo t'appariro,
  né hanno a l'esser lor più o meno anni;

34  ma tutti fanno bello il primo giro,
  e differentemente han dolce vita
  per sentir più e men l'etterno spiro.

37   Qui si mostraro, non perché sortita
  sia questa spera lor, ma per far segno
  de la celestïal c'ha men salita.

40   Così parlar conviensi al vostro ingegno,
  però che solo da sensato apprende
  ciò che fa poscia d'intelletto degno.

43   Per questo la Scrittura condescende
  a vostra facultate, e piedi e mano
  attribuisce a Dio e altro intende;

46   e Santa Chiesa con aspetto umano
  Gabrïel e Michel vi rappresenta,
  e l'altro che Tobia rifece sano.

49   Quel che Timeo de l'anime argomenta
  non è simile a ciò che qui si vede,
  però che, come dice, par che senta.

52   Dice che l'alma a la sua stella riede,
  credendo quella quindi esser decisa
  quando natura per forma la diede;

55   e forse sua sentenza è d'altra guisa 
  che la voce non suona, ed esser puote
  con intenzion da non esser derisa.

58   S'elli intende tornare a queste ruote
  l'onor de la influenza e 'l biasmo, forse
  in alcun vero suo arco percuote.

61   Questo principio, male inteso, torse
  già tutto il mondo quasi, sì che Giove,
  Mercurio e Marte a nominar trascorse.

64   L'altra dubitazion che ti commove
  ha men velen, però che sua malizia
  non ti poria menar da me altrove.

67   Parere ingiusta la nostra giustizia
  ne li occhi d'i mortali, è argomento
  di fede e non d'eretica nequizia.

70   Ma perché puote vostro accorgimento
  ben penetrare a questa veritate,
  come disiri, ti farò contento.

73   Se vïolenza è quando quel che pate
  nïente conferisce a quel che sforza,
  non fuor quest' alme per essa scusate:

76   ché volontà, se non vuol, non s'ammorza,
  ma fa come natura face in foco,
  se mille volte vïolenza il torza.

79   Per che, s'ella si piega assai o poco, 
  segue la forza; e così queste fero
  possendo rifuggir nel santo loco.

82   Se fosse stato lor volere intero,
  come tenne Lorenzo in su la grada,
  e fece Muzio a la sua man severo,

85   così l'avria ripinte per la strada 
  ond' eran tratte, come fuoro sciolte;
  ma così salda voglia è troppo rada.

88   E per queste parole, se ricolte
  l'hai come dei, è l'argomento casso
  che t'avria fatto noia ancor più volte.

91   Ma or ti s'attraversa un altro passo
  dinanzi a li occhi, tal che per te stesso
  non usciresti: pria saresti lasso.

94   Io t'ho per certo ne la mente messo 
  ch'alma beata non poria mentire,
  però ch'è sempre al primo vero appresso;

97   e poi potesti da Piccarda udire 
  che l'affezion del vel Costanza tenne;
  sì ch'ella par qui meco contradire.

100  Molte fïate già, frate, addivenne
  che, per fuggir periglio, contra grato
  si fé di quel che far non si convenne;

103   come Almeone, che, di ciò pregato
  dal padre suo, la propria madre spense,
  per non perder pietà si fé spietato.

106   A questo punto voglio che tu pense
  che la forza al voler si mischia, e fanno
  sì che scusar non si posson l'offense.

109   Voglia assoluta non consente al danno;
  ma consentevi in tanto in quanto teme,
  se si ritrae, cadere in più affanno.

112   Però, quando Piccarda quello spreme,
  de la voglia assoluta intende, e io
  de l'altra; sì che ver diciamo insieme».

115   Cotal fu l'ondeggiar del santo rio
  ch'uscì del fonte ond' ogne ver deriva;
  tal puose in pace uno e altro disio.

118   «O amanza del primo amante, o diva»,
  diss' io appresso, «il cui parlar m'inonda
  e scalda sì, che più e più m'avviva,

121   non è l'affezion mia tanto profonda, 
  che basti a render voi grazia per grazia;
  ma quei che vede e puote a ciò risponda.

124   Io veggio ben che già mai non si sazia
  nostro intelletto, se 'l ver non lo illustra
  di fuor dal qual nessun vero si spazia.

127   Posasi in esso, come fera in lustra, 
  tosto che giunto l'ha; e giugner puollo:
  se non, ciascun disio sarebbe frustra.

130   Nasce per quello, a guisa di rampollo,
a piè del vero il dubbio; ed è natura
ch'al sommo pinge noi di collo in collo.

133   Questo m'invita, questo m'assicura
  con reverenza, donna, a dimandarvi
  d'un'altra verità che m'è oscura.

136   Io vo' saper se l'uom può sodisfarvi 
  ai voti manchi sì con altri beni,
  ch'a la vostra statera non sien parvi».

139   Beatrice mi guardò con li occhi pieni 
  di faville d'amor così divini,
  che, vinta, mia virtute diè le reni,

142   e quasi mi perdei con li occhi chini.




Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 136


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