'Dante vivo', 1997-2022 © Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Società Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice

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Luna



DANTE ALIGHIERI

COMMEDIA. PARADISO V



Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 137

«'io ti fiammeggio nel caldo d'amore
di là dal modo che 'n terra si vede,
   sì che del viso tuo vinco il valore,
                                                                                                                

4   non ti maravigliar, ché ciò procede
  da perfetto veder, che, come apprende,
  così nel bene appreso move il piede.

7   Io veggio ben sì come già resplende
  ne l'intelletto tuo l'etterna luce,
  che, vista, sola e sempre amore accende;

10   e s'altra cosa vostro amor seduce,
  non è se non di quella alcun vestigio,
  mal conosciuto, che quivi traluce.

13   Tu vuo' saper se con altro servigio,
  per manco voto, si può render tanto
  che l'anima sicuri di letigio».

16   Sì cominciò Beatrice questo canto;
  e sì com' uom che suo parlar non spezza,
  continüò così 'l processo santo:

19   «Lo maggior don che Dio per sua larghezza
  fesse creando, e a la sua bontate
  più conformato, e quel ch'e' più apprezza,

22   fu de la volontà la libertate;
  di che le creature intelligenti,
  e tutte e sole, fuoro e son dotate.

25   Or ti parrà, se tu quinci argomenti,
  l'alto valor del voto, s'è sì fatto
  che Dio consenta quando tu consenti;

28   ché, nel fermar tra Dio e l'omo il patto,
  vittima fassi di questo tesoro,
  tal quale io dico; e fassi col suo atto.

31   Dunque che render puossi per ristoro?
  Se credi bene usar quel c'hai offerto,
  di maltolletto vuo' far buon lavoro.

34   Tu se' omai del maggior punto certo;
  ma perché Santa Chiesa in ciò dispensa,
  che par contra lo ver ch'i' t'ho scoverto,

37   convienti ancor sedere un poco a mensa,
  però che 'l cibo rigido c'hai preso,
  richiede ancora aiuto a tua dispensa.

40   Apri la mente a quel ch'io ti paleso
  e fermalvi entro; ché non fa scïenza,
  sanza lo ritenere, avere inteso.

43   Due cose si convegnono a l'essenza
  di questo sacrificio: l'una è quella
  di che si fa; l'altr' è la convenenza.

46   Quest' ultima già mai non si cancella
  se non servata; e intorno di lei
  sì preciso di sopra si favella:

49   però necessitato fu a li Ebrei
  pur l'offerere, ancor ch'alcuna offerta
  sì permutasse, come saver dei.

52   L'altra, che per materia t'è aperta,
  puote ben esser tal, che non si falla
  se con altra materia si converta.

55   Ma non trasmuti carco a la sua spalla
  per suo arbitrio alcun, sanza la volta
  e de la chiave bianca e de la gialla;

58   e ogne permutanza credi stolta,
  se la cosa dimessa in la sorpresa
  come 'l quattro nel sei non è raccolta.

61   Però qualunque cosa tanto pesa
  per suo valor che tragga ogne bilancia,
  sodisfar non si può con altra spesa.

64   Non prendan li mortali il voto a ciancia;
  siate fedeli, e a ciò far non bieci,
  come Ieptè a la sua prima mancia;

67   cui più si convenia dicer `Mal feci',
  che, servando, far peggio; e così stolto
  ritrovar puoi il gran duca de' Greci,

70   onde pianse Efigènia il suo bel volto,
  e fé pianger di sé i folli e i savi
  ch'udir parlar di così fatto cólto.

73   Siate, Cristiani, a muovervi più gravi:
  non siate come penna ad ogne vento,
  e non crediate ch'ogne acqua vi lavi.

76   Avete il novo e 'l vecchio Testamento,
  e 'l pastor de la Chiesa che vi guida;
  questo vi basti a vostro salvamento.

79   Se mala cupidigia altro vi grida,
  uomini siate, e non pecore matte,
  sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!

82   Non fate com' agnel che lascia il latte
  de la sua madre, e semplice e lascivo
  seco medesmo a suo piacer combatte!».

85   Così Beatrice a me com' ïo scrivo;
  poi si rivolse tutta disïante
  a quella parte ove 'l mondo è più vivo.
                                                                                                              

88   Lo suo tacere e 'l trasmutar sembiante
  puoser silenzio al mio cupido ingegno,
  che già nuove questioni avea davante;

91   e sì come saetta che nel segno
  percuote pria che sia la corda queta,
  così corremmo nel secondo regno.
  
                                                                                                       Mercurio
94    Quivi la donna mia vid'io sì lieta               
  come nel lume di quel ciel si mise
  che più lucente se ne fe'l pianeta

97   E se la stella si cambiò e rise,  
  qual mi fec' io che pur da mia natura
  trasmutabile son per tutte guise!

100   Come 'n peschiera ch'è tranquilla e pura
  traggonsi i pesci a ciò che vien di fori
  per modo che lo stimin lor pastura,

103   sì vid' io ben più di mille splendori
  trarsi ver' noi, e in ciascun s'udia:
  «Ecco chi crescerà li nostri amori».

106   E sì come ciascuno a noi venìa,
  vedeasi l'ombra piena di letizia
  nel folgór chiaro che di lei uscia.

109   Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia
  non procedesse, come tu avresti
  di più savere angosciosa carizia;

112   e per te vederai come da questi
  m'era in disio d'udir lor condizioni,
  sì come a li occhi mi fur manifesti.

115   «O bene nato a cui veder li troni
  del trïunfo etternal concede grazia
  prima che la milizia s'abbandoni,

118   del lume che per tutto il ciel si spazia
  noi semo accesi; e però, se disii
  di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia».

121   Così da un di quelli spirti pii
  detto mi fu; e da Beatrice: «Dì, dì
  sicuramente, e credi come a dii».

124   «Io veggio ben sì come tu t'annidi
  nel proprio lume, e che de li occhi il traggi,
  perch' e' corusca sì come tu ridi;

127   ma non so chi tu se', né perché aggi,
  anima degna, il grado de la spera
  che si vela a' mortai con altrui raggi».

130   Questo diss' io diritto a la lumera
  che pria m'avea parlato; ond' ella fessi
  lucente più assai di quel ch'ell' era.

133   Sì come il sol che si cela elli stessi
  per troppa luce, come 'l caldo ha róse
  le temperanze d'i vapori spessi,

136   per più letizia sì mi si nascose
  dentro al suo raggio la figura santa;
  e così chiusa chiusa mi rispuose

139   nel modo che 'l seguente canto canta.




Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 138



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