FLORIN
WEBSITE © JULIA BOLTON
HOLLOWAY, AUREO ANELLO
ASSOCIAZIONE, 1997-2017: MEDIEVAL: BRUNETTO LATINO, DANTE ALIGHIERI, SWEET NEW STYLE: BRUNETTO LATINO,
DANTE ALIGHIERI, & GEOFFREY CHAUCER
|| VICTORIAN: WHITE SILENCE:
FLORENCE'S 'ENGLISH' CEMETERY
|| ELIZABETH BARRETT
BROWNING
|| WALTER SAVAGE
LANDOR || FRANCES TROLLOPE || ABOLITION OF
SLAVERY ||
FLORENCE IN
SEPIA
|| CITY AND BOOK CONFERENCE PROCEEDINGS I, II,
III,
IV,
V,
VI,
VII
|| MEDIATHECA
'FIORETTA MAZZEI'
|| EDITRICE AUREO ANELLO CATALOGUE || UMILTA WEBSITE || RINGOFGOLD WEBSITE || LINGUE/LANGUAGES: ITALIANO, ENGLISH || VITA
New: Dante vivo || White Silence
TUONI DI BIANCO
SILENZIO
CAPITOLO X: DALLE TOMBE ALLE CULLE
Per aiutare il
progetto, http://www.florin.ms/pp.html
https://vimeo.com/139962781 'Daniel in the
Island of the Dead' (‘Daniele nell’Isola dei Morti’) Film di
Emio Lanini
Bianco Silenzio
Scrivere un canto blues
è irreggimentare sommosse
e cogliere gemme dalle
tombe.
Etheridge
Knight
:
E ora fatti il
segno della croce: tu incontri cose
che vanno a
morire, io cose appena nate.
Shakespeare, Il racconto d’inverno III.iii.115
Al tempo in cui ne sono divenuta custode nell’anno 2000, da
quattordici anni ormai, così appariva il cimitero conosciuto
come Cimitero ‘degli Inglesi’. La fotografia che vediamo qui
sotto risale a venti anni fa. Al tempo del mio arrivo erano
perlomeno già stati piantati due siepi di alloro che
nascondevano quanto di peggio l’incuria poteva mostrare, ma al
tempo stesso le radici con la loro forza danneggiavano molte
delle tombe e la linfa macchiava in profondità il marmo. Il
continuo ininterrotto utilizzo di diserbanti per trenta lunghi
anni ha allo stesso modo danneggiato i cipressi de L’Isola dei Morti di Arnold Böcklin
ed
eroso i basamenti in pietra serena
delle tombe. I visitatori, molto critici a motivo di questo,
esprimevano disappunto e rabbia per la completa incuria e
l’abbandono.
Molte delle tombe che avevano subito pesanti atti vandalici,
giacevano ammassate l’una sull’altra, in particolare le croci
intenzionalmente spezzate. L’inquinamento dovuto al continuo
intenso traffico che circonda il cimitero al centro di
Piazzale Donatello aveva coperto il marmo di una patina nera.
Alcune tombe erano state trafugate: tra queste la tomba per
Maria Böcklin de 'L’Isola dei Morti'. Siringhe giacevano
abbandonate dappertutto, e vi erano tracce di messe nere. Il
terreno del cimitero era avvelenato dal trentennale utilizzo
di diserbanti e anche coperto da uno strato di ghiaia a
scoraggiare qualsiasi forma di vegetazione. Ovunque
prosperavano solo pungenti ortiche, e in estate era una
sofferenza camminare tra le tombe indossando i sandali. Molto
grave era l’erosione sulla collina per il crollo del muro a
secco dovuto alle pesanti piogge del 1966, e per la mancanza
di apparati radicali atti a sostenerla. Le tombe nei Settori D
ed E giacevano pericolanti come figure dell’Isola di Pasqua,
in particolare il sepolcro di THEODORE
PARKER (D108).
Le recinzioni in ferro battuto erano rotte, attaccate dalla
ruggine, o mancanti perché trafugate. Sotto le mura vi erano
stati tentativi di suicidio. Era un luogo colmo di
disperazione. Un luogo di bruttezza.
Avendo pubblicato sul Web le notizie relative alle tombe i
discendenti e gli studiosi
hanno potuto scoprire il nostro lavoro, alcuni
giungendo da luoghi lontani come l’Africa, il Brasile, la
Cina, l’Australia, la Nuova Zelanda, aiutandoci con le
informazioni e le donazioni per le tombe di PARKER (D108),
DELISSER (B94),
CHECCUCCI/GARINEI (E82,86),
LYON
HERBERT (E48),
REID (F71),
LUMLEY (E63),
GOUGH (A90),
LOGAN
CAMPBELL (E54),
SAVAGE
LANDOR (A29) e
BARRETT
BROWNING (B8).
Il Maestro Franco Zeffirelli con una chiamata ha a noi dato il
suo supporto, e il Sindaco per la sua sollecitudine ci ha
donato strisce pedonali e semaforo dove prima mancavano. Altri
hanno incoraggiato il recupero/restauro del giardino, Vieri
Torrigiani Malaspina, Anna Porcinai, Katherine Goldsmith,
Nicholas Dakin-Elliot, la nipote di Vita Sackville-West. Il
giardino è ora traboccante di iris viola, il fragrante giglio
di Firenze, di lavanda, rose, papiro, mirto, di fragoline di
bosco, di narcisi del giardino del castello di Sissinghurst, e
vi crescono le originarie siepi di bosso impiantate a
sostituzione di quelle di alloro di epoca più tarda. Un
recupero realizzato consultando antiche incisioni e foto. La
nostra biblioteca, la Mediatheca
'Fioretta Mazzei'
con il suo archivio, nel 2005 è entrata a far parte dello SDIAF
(Sistema Documentario Integrato dell'Area Fiorentina). Il
Museo Archeologico Nazionale che custodisce il coevo bottino
della Spedizione in Egitto e Nubia di Champollion e Rosellini
ha creato nel 2007 una mostra sui motivi egizi presenti nel
Cimitero degli ‘Inglesi’. Il Gabinetto Viessuex nel 2004 ha
tenuto un convegno internazionale sul cimitero, 'The City and the
Book III: Marble Silence: Words on Stone, Florence's
'English' Cemetery, e
noi nel 2008 un altro convegno, The City and the Book
V, The Americans in Florence's 'English' Cemetery,
parte della serie di convegni internazionali The City and the
Book,
organizzati dalla nostra Aureo Anello Associazione, fondata
per sostenere la nostra biblioteca, la Mediatheca
'Fioretta Mazzei,
e per il restauro del Cimitero degli ‘Inglesi’. Sono state
raccolte 6000 firme a livello internazionale per salvare dal
rischio di chiusura il Cimitero degli ‘Inglesi’ di proprietà
svizzera allegando poi nel 2011queste firme nella
presentazione quell’anno della candidatura per il suo
inserimento nel Registro Memory of the
World
dell’UNESCO. Avevo
già parlato del cimitero e dei Rom al convegno del WSIS
dell’UNESCO tenutosi a San Pietroburgo nel 2005. Siamo membro
fondatore dell’ASCE, Association of
Significant Cemeteries
in Europa, per la quale ho tenuto molte conferenze sul
Cimitero degli ‘Inglesi’ di Firenze, l’ultimo a Cluj, in
Romania, e per questo anche parte dell’European Union's
Cemeteries Cultural Route.
Nel 2011 sono stata invitata a Bruxelles a parlare
all’EESC/European Economic and Social Committee sui Rom e il
cimitero. Già avevo parlato sui Rom e l’educazione ad Anversa
nel 2008, e quest’anno nel 2014 ho parlato, sui Rom di Romania
e il cimitero, a Cluj, in Romania. Il Comune di Firenze con
Eugenio Giani nel 2006 ha reso omaggio ad Elizabeth Barrett
Browning ponendo una corona d’alloro sulla sua tomba, e poi
ancora nel 2011con corona d’alloro e Gonfalone,
il grande Gonfalone (vessillo) di Giustizia del Comune.
Gonfalone
di Giustizia di Firenze alla tomba di Thomas Southwood Smith (C3)
La
prima visita di Eugenio Giani, quando il cimitero era ancora
un luogo desolato, brullo e tetro dopo trenta anni di
avvelenamento del terreno, con le tombe che giacevano
precariamente, alcune distrutte e in pezzi, era stata per
vedere la tomba di THEODORE
PARKER
(D108).
Obama era appena divenuto Presidente e per lo Studio Ovale
della Casa Bianca aveva ordinato un tappeto con le parole di
Martin Luther King Jr.: "L’arco dell’Universo Morale è lungo,
ma tende verso la giustizia", parole riprese dal sermone di
Theodore Parker: "Io non pretendo di comprendere l’universo
morale; l’arco è lungo, il mio occhio non può spaziare
lontano; non posso calcolare la curva e completare la figura
per l’esperienza della vista; posso intuirlo con la coscienza.
E per quanto posso vedere sono sicuro che tende verso la
giustizia”. Il Presidente Obama avrebbe nuovamente citato
queste parole in Sud Africa al funerale di Nelson Mandela.
Anni prima, Frederick Douglass, schiavo diventato poi libero,
aveva visitato le tombe di Theodore Parker ed Elizabeth
Barrett Browning quale riconoscimento per quanto fecero contro
la schiavitù. Qui è sepolta anche NADEZHDA
DE
SANTIS (B58),
la schiava nera della Nubia, portata a Firenze nel 1828 a
quattordici anni d’età con la Spedizione di Champollion e
Rosellini. La sua libertà fu acquistata dallo zio di
Rosellini. Ricevuto il battesimo in una famiglia ortodossa
russa, muore qui a Firenze trentenne. La sua tomba ne narra la
storia in russo in alfabeto cirillico. Qui sepolti sono anche
FRANCES
TROLLOPE (B80),
autrice di Jonathan Jefferson
Whitlaw,
il primo romanzo antischiavista, e RICHARD
HILDRETH (D110),
autore del secondo, Archie Moore, or the White Slave.
Entrambi copiati poi nel 1852 da Harriet Beecher Stowe nel suo
Uncle Tom's Cabin. Il suo libro fu immediatamente
tradotto in Rumeno da Theodor Codrescu e stampato a Iasi nel
1853. I Rom, giunti dall’India un millennio prima, hanno
vissuto in Romania in schiavitù nei monasteri e al servizio
dei nobili sin dal Medio Evo. La traduzione di questo romanzo
in Rumeno portò loro la libertà, insieme allo scandalo di un
doppio suicidio, quello di uno schiavo posseduto dalla
famiglia KANTAKUZIN (D81) e
della donna francese che per legge era lui proibito sposare.
Per il 2012 era accaduto un miracolo. Credo intensamente che
la ricerca e il restauro debbano essere condotti
simultaneamente e approfonditamente. E anche umanamente,
secondo il
principio di Jeremy Bentham del 'bene più grande per il
maggior numero possibile', come mi è stato insegnato nella
scuola anglicana della mia infanzia. I Rom di Romania, che
appartengono alla più grande e povera minorità d’Europa, hanno
per più della metà restaurato il cosiddetto Cimitero degli
‘Inglesi’di proprietà svizzera, ed il suo giardino. I
visitatori del cimitero da ogni parte del mondo non si
mostrano ora più critici ma si prodigano in elogi su come sia
ben tenuto e curato. Raccontare la storia di come questo è
avvenuto è un altro miracolo. Questo educa i visitatori
sciogliendo pregiudizi e paura, che si tramutano in
apprezzamento e gioia, inducendo inoltre a trarre rapidamente
delle analogie. Se sono Americani, richiama loro alla mente
l’Abolizione della Schiavitù e il movimento per i Diritti
Civili; se Canadesi, Americani, Brasiliani, e Australiani, la
Generazione Rubata dei nativi; se Europei l’Olocausto, se
Sudafricani persino l’Apartheid, se Israeliani i Palestinesi.
Questo Cimitero - questa piccola isola molto cosmopolita, un
sogno di una Lega delle Nazioni, una sorta di Nazioni Unite,
fitta di tombe il cui tema è ‘la speranza’ (NADEZHDA
DE SANTIS/ B58, HOPE
HAYWARD/ B93, REGINALD
ROUTH/ E25,
tra le altre) - cancella i crimini contro l’umanità. Un mio
vecchio studente a Princeton era stato prescelto come custode
dell’eredità culturale degli Hopi, delle loro tradizioni
sacre. Il suo popolo crede che la sacra mesa ed i suoi
rituali siano il microcosmo dell’universo. Questa è la loro
responsabilità morale verso il cosmo. Gli antichi egiziani
sognavano un Paradiso come un giardino di cui prendersi cura.
Signore anziane mi hanno raccontato che quando erano bambine
fragoline di bosco crescevano nel Cimitero degli ‘Inglesi’.
Oggi subito dopo aver smesso l’utilizzo dei diserbanti le
fragoline sono rispuntate. Un giardino può essere un
microcosmo, una visione di sogno. Così può essere un cimitero.
È
il ‘campo di Dio’ in inglese, un ‘camposanto’ in italiano.
Sebbene sia un cimitero protestante, spesso i visitatori,
Ortodossi e Cattolici fanno il segno della croce nel varcarne
la soglia e nell’uscirne.
È a
partire dal 2001 che i Rom di Romania iniziano a giungere a
Firenze. I Rom Jugoslavi erano già qui, profughi della loro
devastante guerra. Io sono fuggita in Italia quando i vescovi
anglicani hanno sottratto al mio convento ed alle suore che vi
vivevano, che avevano venduto della terra per la costruzione
di un ospedale, due milioni di sterline. I vescovi protestanti
inglesi, che vivono nei palazzi ed hanno lo chauffeur, hanno
avuto il chiostro, le celle, inclusa la mia, la cappella.
Hanno demolito e secolarizzato il resto delle costruzioni
perché fossero vendute per denaro. Così mi sono trovata in
esilio. Mi sono ritrovata a vivere in una stanza senza
riscaldamento nelle colline sopra Firenze, camminando a piedi.
Una volta al mese venivo a Firenze per ritirare in banca la
mia piccola pensione. Un giorno, nella strada appena uscita
dalla banca, una Rom jugoslava di dieci anni ha cercato di
derubarmi. Presa dal panico ho detto in inglese ‘questo è
male’. Sollevata un secondo dopo di non aver detto ‘tu sei il
male’. Rendendomi poi conto che quanto aveva cercato di rubare
era infinitamente molto meno rispetto a quanto i vescovi
avevano già rubato. Guardando nei suoi occhi impauriti, ho
compreso e riconosciuto che era mia sorella. È
quel giorno che ha avuto inizio la mia amicizia con i Rom,
dissipando la paura che avevo avuto nei loro confronti. Quella
sera ho menzionato questa storia nella lista di discussione
Thomas Merton. Chesko ha risposto, dicendo 'Sono felice che tu
sia stata gentile con la mia piccola sorella', e continuava
spiegando che sarebbe stata sicuramente picchiata se non
avesse rubato. La sua famiglia aveva bisogno del suo aiuto per
la propria sopravvivenza. Anche dicendo che lui, Rom, era
giunto in America dalla Cina a venti anni per essere monaco
certosino, era poi stato eremita, per infine sposarsi. Gli
zingari con la loro lingua, il Romanì, sono veramente
cittadini del mondo, sono globali, non hanno, tuttavia, un
esercito, un Paese, o diritti civili. Attraverso l’iran e la
Turchia sono
emigrati dall’India, mille anni fa. La loro lingua, il Romanì,
deriva dal Sanscrito, ed ha in sé influssi Persiani e Turchi.
Dotati di grande manualità, con rigide norme sull’igiene
personale, ovunque vadano sono, tuttavia, temuti e rifiutati,
forzati ad un’atroce povertà, loro negando un tetto, acqua,
luce, riscaldamento.
Hedera è stata la nostra prima madre Rom rumena. Nel 2001 la
incontravo nella piazzetta nei pressi della Casa di Dante
vicino alla Chiesa della Badia Fiorentina. Le donavo cartoline
fiorentine e pane benedetto della Messa dei Poveri della
Badia. Hedera ha poi iniziato a venire alla Messa dei Poveri,
arrabbiata, spaventata. Quando Robert è nato, me lo ha messo
in braccio, tutto avvolto in fasce. Quando era nuovamente
incinta ho per lei realizzato una culla a dondolo.
Quando
Leonardo è nato, non appena lei e il suo bambino sono usciti
dall’ospedale, con suo
marito sono venuti qui al cimitero fermandosi, però, davanti
al cancello, senza entrare. Io ho portato la culla fuori per
loro. Hanno sorriso nel vederla, ma non hanno potuto prenderla
perché vivevano in un campo dove non c’era sufficiente spazio.
Poi, quando Leonardo aveva solo otto giorni, il giorno di san
Lorenzo, nel mezzo di una tremenda tempesta, Andre, suo
marito, ha telefonato perché la polizia sotto la fitta pioggia
li aveva scacciati dal deposito abbandonato dove stavano con
il piccolo. Sono andata alla Badia sotto un grande ombrello
per persuadere Hedera a venire a casa con me con il bambino.
Lei mi spiegava che sarebbe stato troppo pericoloso portare un
bambino non battezzato in un cimitero. Mentre camminavamo
passando oltre il Duomo pensavo: ‘potremmo entrare e chiedere
a un sacerdote di battezzare il bambino?’ Ma, ben sapevo,
purtroppo, nel profondo del mio cuore, che nessun sacerdote
avrebbe fatto questo. Così, ho detto ad Hedera ‘Sarò io a
battezzare questa sera questo bambino’. Sapevo dal Diritto
Canonico che chiunque, e non unicamente il sacerdote, poteva
somministrare il battesimo, questo sacramento dei sette dei
cattolici, e dei due dei protestanti. Con anche Andre
presente, abbiamo battezzato il pacifico Leonardo avvolto in
fasce al ‘tavolo della preghiera’ nella mia cella, con l’acqua
e la Santa Trinità, nelle parole del rito battesimale
includendo ‘Ortodosso’ come pure ‘Cattolico’. Quella settimana
ho dormito sul divano mentre questa giovane coppia con il loro
bambino è stata accolta nella mia stanza.
Leonardo
L'Alleluia'
era la ninnananna che Hedera cantava per Leonardo e accanto a
lui sul letto disponeva delle icone. Era come essere in
Paradiso. Un giorno ha così raccontato: 'Egli
era così povero che nacque in una stalla con gli animali, con
i cavalli. La gente era affamata, e lui ha dato loro pane e
patate. E gli invidiosi lo hanno ucciso’. Questo il Vangelo
nello stile Romanì. Hedera non sapeva leggere ma spiegava che
gli anziani che non lavoravano più in famiglia erano soliti
raccontare delle storie. E queste erano le storie che
raccontavano. Andrè mi ha detto che sua madre sapeva leggere e
che leggeva la Bibbia piangendo nel cuore della notte. La mia
collega italiana li ha aiutati con la burocrazia e ad ottenere
i documenti per poter far ritorno in Romania. Ma non prima che
tutti, cugini e fratelli, avessero riparato con maestria e a
regola d’arte metri del muro a secco crollato. Hanno dapprima
pulito tutto, poi, nel tempo di due ore - con le donne, che
tenevano i bambini a turno, e dirigevano gli uomini (fratelli
e mariti) che si lanciavano le pietre l’un l’altro e le
posavano afferrandole - hanno formato il muro. Quelle pietre
che furono parte delle torri Ghibelline dell’orgoglio e dello
spargimento di sangue, usate poi nelle mura merlate alla
guelfa della città ad opera di Arnolfo di Cambio per la difesa
comune e la pace di Firenze. Sin da allora, con dodici anni
trascorsi, la collinetta si è conservata perfettamente senza
mai franare, ed ora abbiamo raddrizzato e consolidato le tombe
cadenti dell’Isola di Pasqua, inclusa la tomba di THEODORE
PARKER (D108).
In cambio di questo prezioso lavoro ho aiutato Hedera ed Andre
ad acquistare la loro casa a Buzau in Romania.
Prima che potessimo completare il muro a secco è giunto
l’ordine di fermarci. I Rom di Romania erano allora
clandestini. Io potevo finire in prigione perché davo loro
lavoro. Inoltre ho chiesto al priore della Basilica di San
Lorenzo riguardo al battesimo del bambino Rom, che a sua volta
ha chiesto in Curia. Ne è nata una lunga discussione. Loro non
avrebbero battezzato Leonardo è stata la risposta. Perché
genitori poveri, perché la madre era analfabeta, perché erano
Ortodossi rumeni profondamente devoti, non sarebbero stati in
grado di allevare il bambino nella fede cattolica.
Sacramentalmente, concordavano, il battesimo era valido, ma
non era legale. Non ci sarebbe stata nessuna registrazione.
Agli occhi di Dio sì; agli occhi degli uomini, no. Io ho
dovuto promettere di non farlo più. Ma ho registrato Hedera
che cantava l’'Alleluia' al suo bambino. Anni più tardi ho
dato quella registrazione in MP2 a RaiUno per la loro
trasmissione sugli eremiti della Domenica di Pasqua del 2008 e
ne è divenuta la musica di sottofondo per la Messa dei Poveri
alla Badia. Abbiamo anche cercato di insegnare ad Hedera
l’alfabeto e lei ha scritto il Padre Nostro, apprendendo a
scrivere le lettere ma non comprendendo che le lettere sono
suoni, che costruiscono blocchi per le parole. Che la parola è
un insieme di suoni. Le abbiamo anche insegnato la
marmorizzazione della carta donandole il kit del materiale,
poi acquistando la bellissima carta da lei marmorizzata che ci
veniva spedita dalla Romania.
Nadia, Leonardo, Robert in Romania con la nostra culla.
Con Hedera e Andre
Il 'Padre Nostro' di Hedera
Dopo Hedera, la nostra altra famiglia Rom è stata Doina, suo
marito, e Stefano, il loro bambino. Ora sapevamo che non
potevamo dare lavoro ai Rom se non desideravamo vedere
l’interno di una prigione. Doina è venuta da me, con ancora al
polso il braccialetto dell’ospedale, cercando di dirmi che il
suo bambino in ospedale le era stato sottratto. La storia era
così strana che ho avuto molte difficoltà a crederci. Quando è
nuovamente venuta da me le ho chiesto di quale ospedale si
trattasse. Sono così andata a trovare Stefano allora già di
quattro mesi per scoprire che era sul punto di essere dato in
adozione. Abbiamo fatto incontrare Doina e Luca, suo marito,
con dei giovani avvocati, ed io sono andata con loro al
Tribunale dei Minori, avendo ad entrambi insegnato la sera
prima a scrivere i loro nomi. Il giudice, una donna, avendo
ascoltata la storia raccontata da noi e dall’Assistenza
Sociale, ha deciso che il bambino dovesse tornare con i suoi
genitori. Avevamo già trovato il necessario ovetto, gli
indumenti, i soldi per il Titolo di viaggio, e i biglietti
così che potessero far ritorno con Stefano in Romania. Uscendo
dal tribunale siamo andati con loro direttamente in ospedale e
poi con l’autobus alla stazione. Per tutto il tempo Luca ha
continuato a baciare Leonardo che stava nel suo ovetto. La
foto da loro inviataci tempo dopo dalla Romania ci mostra il
più curato e bel bambino, radiosamente felice, completamente
diverso dall’inespressivo neonato istituzionalizzato che avevo
visto in ospedale.
Stefano,
Buzau
Già prima avevamo aiutato Hedera a non perdete i suoi due
bambini che rischiavano di esser loro sottratti
dall’Assistenza Sociale. Abbiamo finora salvato 28 bambini Rom
che sono ora con i loro genitori. Togliere i bambini alla loro
gente è una forma di genocidio, ‘la generazione rubata’ dei
nativi in Canada e in America, degli Aborigeni in Australia.
Bambini privati dei loro genitori, della loro famiglia, della
loro lingua, della loro cultura e delle loro capacità di
sopravvivere ecologicamente. Noi diciamo che loro rubano i
nostri bambini. La verità è che noi rubiamo i loro. Per
prevenire questo rischio li aiutiamo con i documenti necessari
e le foto (utilizzando la stessa macchina fotografica, presa in prestito, con
la quale documentiamo il restauro delle tombe). Procedure che
questi genitori analfabeti non riuscirebbero altrimenti a
gestire, o non potrebbero permettersi. Abbiamo realizzato
sedici culle, tenendone una in biblioteca per illustrare il
progetto e qui utilizzata quando c’è con noi un bambino
durante la Scuola di Alfabetizzazione. Tutte le altre sono
usate dalle famiglie che hanno fatto ritorno in Romania. Una
l’ho inviata a Philadelphia per il mio nipotino Luca. Una è
andata in Islanda per un altro bambino.
Questi bambini non piangono quasi mai, sentendosi sicuri in
quel mondo che è
frutto di saggezza ancestrale. Sono fasciati, cullati, tenuti
in braccio, allattati, si cantano loro ninne nanne. Ed è una
gioia stare con loro sotto lo stesso tetto. Anche i loro
genitori rendono una stanza bella, tengono tutto pulito -
Hedera ha così tanto pulito la nostra padella fino a togliere
il rivestimento in Teflon! La cortesia dei Rom nasce dal fatto
che pensano più agli altri che a se stessi, ti leggono nel
pensiero su quanto deve essere fatto e agiscono prima che
venga loro chiesto. In loro predomina l’emisfero destro del
cervello, vivono nel momento presente, il passato ed il futuro
sono troppo terribili per pensarci. Hanno vissuto la schiavitù
dal Medio Evo e fino all’Ottocento - per un tempo più lungo
che per i neri in America - poi
l’orrore dei Gulag in Ucraina, e l’Olocausto, senza alcuna
forma di riparazione. Tutto questo ha fatto dimenticare, i
bellissimi amati colori, la musica, la danza, le celebrazioni
per i funerali, i matrimoni, i battesimi.
Marcella,
Vandana, Maria
Modelle per gli artisti
Successivamente, Vandana, sua madre, sua sorella, e sua
cognata si sono occupate del giardinaggio. Nello stesso tempo
abbiamo persuaso i giardinieri responsabili della cura del
cimitero di smettere l’utilizzo dei diserbanti. Vandana e sua
sorella hanno anche realizzato assieme a me gli scaffali per
la biblioteca e un’altra culla. Con il lavoro di giardinaggio
di Hedera e della sua famiglia loro hanno acquistato il
terreno per edificare una casa, spiegando che vivevano in
dodici in una sola stanza senza finestre. Abbiamo loro chiesto
di farci vedere dove vivevano, invece, all’Osmannoro e abbiamo
visto le cinque stanze che avevano costruito per sette
persone, due di loro sposate. Il cibo, che consumavano su un
tavolo all’aperto, pendeva dai rami di un albero, così come
l’acqua per la doccia e per bere.
Osmannoro
Più tardi la polizia ha demolito quella solida baracca perché
inidonea come abitazione. Nella nostra biblioteca, la
Mediatheca 'Fioretta Mazzei', siamo circondati da foto dei Rom
a Firenze, Bologna e in Romania. Le foto sono di Karen
Graffeo, la cui famiglia è stata fotografata da Walker Evans
per il libro di James Agee Now Let Us Praise Famous Men.
Karen Graffeo è anche amica dei Rom musulmani giunti qui prima
dalla Jugoslavia. Karen con l’aiuto di questi Rom ha creato
due chuppa per il matrimonio di ebrei americani, i quali hanno
ricamato con filo d’oro su seta bianca i nomi dei loro
antenati, e una sposa, quando gli è stato detto che sono stati
i Rom musulmani a ricamare i nomi per la chuppa ebraica
insieme ad una suora cattolica che ha disegnato le lettere, ha
detto ‘Bene, questa è credo la pace mondiale’!
Intanto nel 2007 i Rom di Romania sono diventati cittadini
europei. Non sarei più dovuta andare in prigione se avessi
dato loro lavoro. Tuttavia questo non mi era ancora permesso.
Non potevo assumere chi non aveva una fissa dimora e non era
assicurato. Lo Statuto della nostra Aureo Anello Associazione
scritto dal nostro avvocato permette l’attività economica tra
i suoi membri. La soluzione è stata così quella di far
diventare i Rom membri dell’associazione costituita per la
biblioteca e per il cimitero. Così i Rom sono diventati
lettori della biblioteca e restauratori del cimitero. Molti
nello scrivere il proprio nome nel libro soci, facevano questo
per la prima volta, ponendo la propria firma accanto a quella
di nobili discendenti inglesi e di studiosi
internazionali.
Tutti i nostri soci hanno accettato questo. Paghiamo
l’assicurazione per loro. Molti dormono ancora in strada e non
hanno una fissa dimora. Il nuovo sistema con i Voucher
permette loro ora di lavorare legalmente. Mi è permesso di
dare alloggio ad una sola persona, al massimo tre in una
famiglia che lavora nel cimitero se c’è un’emergenza con un
neonato, e fino a quando essi non ottengono il certificato di
nascita necessario per il rilascio del Titolo di Viaggio dal
Consolato Romeno per poter far ritorno a casa con il bambino.
Senza un’abitazione idonea il bambino sarebbe loro sottratto
dall’Assistenza Sociale, e mendicare con il bambino in strada
per la propria sopravvivenza significherebbe rischiare la
prigione.
L’anno successivo, nel 2008, Vandana è ritornata in Italia con
il marito, Daniel-Claudiu. Ho trovato la cosa strana, perché
aveva affermato di non essere sposata e noi sappiamo, invece,
che i Rom si sposano molto giovani. Si erano infatti sposati
giovanissimi. Mi ha spiegato più tardi di aver mentito perché
pensava che non avrei approvato. Sottopongo i Rom ad una
prova, assegno loro un compito, e se è ben eseguito a questo
segue un lavoro vero e proprio. La Syracuse University
desiderava il restauro delle quattro tombe dei conti MARIO
E GIOVANNI
GIGLIUCCI e
delle loro mogli inglesi EDITH
MARGARET E CHARLOTTE SOPHIA GIGLIUCCI (C19-22).
Ho chiesto a Daniel, che è il nipote del miglior fabbro del
rame nella sua parte della Romania, di eseguire il restauro
conservativo delle recinzioni in ferro attaccate dalla
ruggine. Daniel ha eseguito questo lavoro manualmente,
raschiando via tutta la ruggine, anche portando alla luce i
pomelli decorativi in ottone. Il nostro restauratore, Alberto
Casciani, ha poi suggerito due mani di antiruggine e due mani
di vernice, e per l’ottone la lucidatura. Il lavoro è stato
eseguito in modo eccellente ed a questo è seguito un contratto
di lavoro con il nostro commercialista. Ho dato a Daniel la
mia levigatrice elettrica e durante l’estate ha eseguito il
restauro conservativo di tutte le recinzioni in ferro battuto
del cimitero e anche le tombe con parti in ghisa. Tra le
molte, le quarantuno che si possono vedere in PowerPoint ,
e qui di seguito in ordine alfabetico le immagini di alcune
prima e dopo l’intervento: AGUET (D17),
CROSBIE (A20),
DELLA
TORRE (E97),
FIERZ (D3),
GILLES-GERMAIN (AB14),
GIGLIUCCI (C19-22),
GOLIKOVA (F9),
GRAY (E40),
HARRIS (E36),
JARVES (C5),
DENNIS (D111),
KELLETT (B111-113),
TOD (C32),
KOEMMETTER (D153),
LEMMI (F33),
KLEINKAUF/MACDONELL (B96-B97),
D'OUSSOW (B12),
POWERS (B32),
le tombe dei figli di POWERS (E56),
ROSE (E43),
REBESOV
(E18),
ZUKOVSKY (D36),
BERNOVA (D78),
WOOD (A98),
MEYRVEIS/MEJEAN (D140-142),
TRINGHAM
SMITH (E23),
VIDLER (E42),
MORGAN (A96),
UNKNOWN (E106),
WITAL (D125).
Immediatamente il cimitero ha cominciato ad avere un aspetto
migliore. Daniel e
Vandana che vivevano fuori Firenze, dove con altri Rom avevano
costruito delle baracche, andavano avanti e indietro dal
lavoro con l’autobus. Il primo maggio hanno persino fatto
ritorno alla loro baracca con la mia bicicletta perché gli
autobus non circolavano. Era illegale per loro vivere sotto il
nostro tetto. Daniel e Vandana hanno realizzato una culla per
il loro bambino che doveva ancora nascere.
Nello stesso periodo un giorno i carabinieri costringono con
le minacce Vandana a salire nella loro macchina, che in
seguito a questo partorisce prematuramente. A questo punto gli
svizzeri a cui il cimitero appartiene hanno permesso che
Vandana e Daniel con la piccola Gabriela stessero con noi.
Sono stati accolti nella mia cella, mentre io dormivo di nuovo
sul divano, come prima era accaduto con Hedera, Andrè e il
piccolo Leonardo. Daniel ha così portato a termine il lavoro
di restauro del ferro battuto. Ho denunciato la loro presenza
in questura come richiesto dalla legge perché tutto fosse
legale. Si sono mirabilmente presi cura della piccola
Gabriela, così come hanno fatto Hedera e Andre con il piccolo
Leonardo. Io mi svegliavo molto presto per la recita
dell’Ufficio delle Ore e trovavo Daniel alle quattro di
mattina in cucina a riscaldare amorevolmente il latte per la
bimba nata prematura. Vandana e Daniel studiavano e leggevano
libri in biblioteca, e nel tempo in cui sono stati qui hanno
anche realizzato dei libricini in quattro lingue, Romanì,
Rumeno, Italiano e Inglese, corredati dai disegni di Daniel.
Un dizionario Romanì, un libricino sulla costruzione delle
case, un libricino sui pannelli solari, e un libricino sulla
salute, che poi abbiamo
stampato con il mio computer. Questo è il disegno di Daniel
nel Dizionario in
Romanì per la parola Chiesa in lingua Romanì, Rumeno,
Italiano e Inglese:
Cangheri, Biserică, Chiesa, Church.
Daniel ha poi disegnato sul tavolo della nostra biblioteca il
progetto per la casa che desiderava costruire con quattro
finestre e tre stanze.
Desiderando sapere se le loro storie fossero vere, Karen
Graffeo ed io siamo andate in Romania e qui abbiamo scoperto
che era tutto vero. A Buzau abbiamo visitato la famiglia di
Daniel e Vandana, e davvero in dodici dormivano in un’unica
stanza senza finestre, e il cavallo stava nella sua stalla
accanto a loro. Ci hanno offerto delle patate ciascuno dal
proprio piatto, semplicemente delle patate bollite, cotte a
metà sul fuoco all’aperto. Così la storia ('Egli era povero ed
era nato in una stalla con gli animali, con i cavalli. La
gente era affamata, e lui ha dato loro pane e patate. E gli
invidiosi lo hanno ucciso'), che Hedera
ci aveva raccontato, con il cavallo e le patate, ha acquisito
una nuova più profonda dimensione. A Ramnicu Sarat siamo
andate a far visita anche alla vedova Constantsa, vedendola
prendersi cura di dieci bambini in una casa malridotta in cui
entrava acqua dal tetto. Abbiamo visto la bella casa di tre
stanze di Hedera, sogno che noi abbiamo reso possibile, senza
che ella vivesse più in una baracca. In Buzau abbiamo
fotografato la sorella di Vandana e il cognato tenere in mano
la foto della piccola Gabriela in un campo fiorito, la terra
che avevano acquistato per costruire la casa.
Quando sono ritornati a casa, Daniel, sua madre, sua moglie, e
i suoi suoceri, hanno costruito i muri.
L’anno successivo, il 2009, è stato un disastro. Era sorta una
gelosia crudele e razzista, e ci veniva proibito di far venire
i Rom. Avevano un grande bisogno di lavorare per avere le
risorse necessarie per realizzare il tetto, i muri della casa
sarebbero altrimenti stati danneggiati. Noi eravamo 'in cantiere', il cimitero era stato
chiuso mentre venivano costruiti i nuovi loculi per
accogliere urne cinerarie. Vandana, sua sorella, e
Daniel-Claudiu venivano comunque, arrivando fino al
cancello. Un ricattatore aveva trattenuto i loro passaporti
e prima di riaverli indietro avrebbero dovuto pagare €
300,00. Nei giorni in cui gli italiani non lavoravano ho
fatto ricostruire a Daniel il sentiero distrutto
dall’erosione della collina terrazzata lungo le tombe dei
russi e dei rumeni. Per questo lavoro ha ricevuto un
compenso di € 300,00 per poter riavere i loro passaporti e
far ritorno a casa. Daniel è riuscito ad identificare le
tombe dei due nobili rumeni poste sul sentiero, quella di JOAN
KANTAKUZIN (D81),
e quella di POLYDORE
VENTURA (D83),
che avevano posseduto degli schiavi Rom fino alla
pubblicazione di Uncle Tom's Cabin in Rumeno. Il tetto
della casa non è stato realizzato quell’anno. Ho invece
inviato loro del denaro perché potessero proteggere i muri con
della plastica.
L’anno successivo, nel 2010, Viscount Gough ha voluto il
restauro della tomba di una sua quasi antenata, SARAH
ELISABETH GOUGH (A90).
La tomba era annerita con un grosso pezzo mancante. Ne ho
predisposto il restauro chiedendo l’intervento di Alberto
Casciani, uno dei migliori restauratori di Firenze, il quale
ha preso Daniel come suo apprendista, insegnandogli a come
eseguire l’intervento di pulitura e a come realizzare il calco
del lato opposto integro da riprodurre, per riempirlo poi con
polvere di marmo e resina epossidica. È
oggi quasi impossibile dire quale sia la parte restaurata e
quale l’originale. Alberto Casciani per il restauro della sola
tomba aveva richiesto € 3.000,00. Daniel, che ha ricevuto solo
€ 300,00 di quella cifra, ha insistito per restaurare le
colonne in marmo e la recinzione in ferro, con un ripristino
completo della tomba. Si veda la documentazione in PowerPoint di
questo progetto. Una tomba russa per ELIZAVETA
PAVLOVA FROLOVA (A74),
accanto a questa, è ancora coperta da un patina nera, e la
differenza tra le due è quella che esiste tra il giorno e la
notte. Immediatamente dopo Daniel, con un apprendistato per la
conservazione e il restauro del marmo, tomba dopo tomba ha
continuato con le operazioni di pulitura di tutti gli altri
monumenti nel cimitero. Nel frattempo altre famiglie hanno
preso parte al nostro progetto. Margarita si occupava del
lavoro di giardinaggio e veniva a fare il bucato così che il
figlio potesse frequentare la scuola edile con i vestiti
puliti. Le abbiamo chiesto di farci vedere la sua baracca, che
aveva fatta costruire ad un altro Rom con il pagamento di €
50,00. Era inaccettabile come abitazione. Per la mancata
rimozione dei rifiuti tutt’attorno
i serpenti strisciavano nell’erba e dappertutto saltavano i
ratti. Margarita per tagliare l’erba e proteggere la sua
famiglia tenendo lontani i serpenti prendeva in prestito la
nostra falce.
Ho chiamato l’Ufficio del Sindaco di Sesto Fiorentino
chiedendo il perché non ci fosse la rimozione dei rifiuti. E
la risposta che ho ricevuto è stata che 'loro’, i Rom, ‘non
lavorano’. Loro non pagano le tasse. Noi non rimuoviamo i loro
rifiuti'. Ma per la legge italiana non è loro permesso di
lavorare, a loro è solo permesso di mendicare. Poi
l’Osmannoro, il campo dove erano state Hedera e la sua
famiglia, e Vandana e la sua famiglia, è stato raso al suolo
dalla polizia nel giorno più freddo dell’anno, così Margarita
e la sua famiglia sono stati costretti a vivere in strada nei
pressi della Santissima Annunziata. E così anche Lupascu
Copalea ammalato di TBC e la sua famiglia. Nicolae, che
chiedeva l’elemosina fuori dal nostro cancello, e la sua
famiglia dormivano, invece, vicino alla stazione di Santa
Maria Novella. La polizia ha loro sottratto le coperte nelle
notti più fredde dell’anno per scoraggiare in tutti i modi la
loro presenza a Firenze.
Ho iniziato la Scuola di Alfabetizzazione per queste famiglie
l’estate in cui Lupascu insegnava loro sotto la croce al
centro del cimitero vicino alla tomba di THOMAS
SOUTHWOOD SMITH(C3)
con il suo epitaffio sulla necessità di aria fresca e luce
nelle case dei poveri. La famiglia di Lupascu, che è composta
di 28 persone, vive a Constantsa in due stanze senza finestre,
e molti sotto quel tetto, bambini e adulti sono ammalati di
TBC. Ho ora pagato perché avessero una finestra nella loro
casa. Le finestre sono più economiche e molto meglio degli
ospedali e delle medicine.
Lupascu,
Gheorghe, Mihai
Il fratello di Margarita, Gheorghe, e suo figlio sedicenne
Comitet hanno restaurato tre tombe italiane distrutte da atti
vandalici - un ripristino ritenuto impossibile dai
restauratori italiani - facendo con cura combaciare i pezzi
servendosi delle lettere delle iscrizioni, una in russo (A55),
le altre due, svizzere (B13, A99),
così permettendoci la trascrizione di ciascuna iscrizione e
l’identificazione delle tombe che prima pensavamo sarebbero
per sempre rimaste anonime. Sia Gheorghe che Comitet sono
analfabeti. Gheorghe con i suoi guadagni aveva acquistato
della terra e una casa diroccata. L’Assistenza Sociale a Buzau
minacciava di sottrarre loro i bambini per le condizioni della
casa. Il suo lavoro per noi gli ha consentito di riparare la
casa e salvare i suoi tre figli.
Aurica di Buzau possiede della terra ma la sua casa è crollata
a causa delle infiltrazioni d’acqua che ne hanno danneggiato i
muri. Il tetto mancava delle grondaie che avrebbero dovuto
proteggerli. Sebbene in questo terribile stato i muri venivano
con cura imbiancati ogni Pasqua. Daniel ha scritto un
libricino in quattro lingue su come costruire meglio le case,
utilizzando questa immagine. Il nostro sogno è che questa
famiglia – le donne e i bambini partecipano alla scuola di
alfabetizzazione - riescano ad avere abbastanza risorse per
ricostruire la loro casa, invece che mendicare per le strade
di Firenze.
Nicolae di Ramnicu Sarat e Bancuta di Iasi curavano a turno il
giardino, Margarita e la sua famiglia, spaventati dalla
minaccia di finire in prigione, hanno fatto ritorno a casa
lasciando piazza Santissima Annunziata. La demolizione della
loro baracca all’Osmannoro aveva bloccato Comitet, che non ha
più potuto continuare a frequentare la sua scuola di
formazione.
Immediatamente dopo aver pulito la tomba di SARAH
ELIZABETH GOUGH (A90)
Daniel ha anche pulito quella di Sir DAVID
DUMBRECK (A48).
Robin
Dumbreck ci ha inviato le foto a colori delle medaglie che
egli aveva guadagnato in Crimea come responsabile degli
ospedali da campo dove operò Florence Nightingale, medaglie
che lo scultore prese in prestito dalla vedova per scolpirle
nel bianco marmo.
Sir
David Dumbreck Commander dell’Ordine di Bath Medaglia
di Crimea
con 4 fermagli
Medaglia turca, Crimea
Ordine
di Medjidie
In quell’anno, 2010, Daniel, sotto la supervisione di Alberto
Casciani, ammirato e stimato restauratore, ha eseguito gli
interventi di pulitura sulle tombe di GOFFREDO
BETTINI (A61),
ROBINA
WILSON CAVALCANTI (A3),
Captain JAMES
CHUTE (B14),
PHILIPINA
SIMONA CIAMPI (F27),
ARTHUR
HUGH CLOUGH (F8),
SAXON
COCKER (F1),
Major MICHELANGELO
GALEAZZI (A77),
JAMES
LORIMER GRAHAM (E12),
ELIZABETH
DAUBENEY (F3),
ROBERT
DAVIDSOHN (C1),
SEVERINUS
GOEDKE ZIMBOWSKY (F7),
JEAN
DAVID MARC GONIN (il
primo seppellimento nel Cimitero, C106),
FANNY HOLMAN HUNT (B9),
ANNE
SUSANNA HORNER (A15),
LOUISA
FLORENCE LOWE (B122),
MARIA
MERCADANTI (D52),
CESARE
PAGANINI (B23),
EDWARD
PORTEUS (B65),
HELEN
FLORENCE OLDHAM
(scolpita da HIRAM
POWERS, B101),
GYULA
PULSZKY (A60),
Revd GEORGE
ROBBINS (E101),
HARRIET
ROBBINS INGHIRAMI (F21),
GEORGINA
SLOPER (B102),
ELEANOR
AUGUSTA TULK (B103),
Principessa LAURA
TEMPLE BOWDOIN PANDOLFINA (E141),
SOPHIA
TENNANT (D18),
AUGUSTUS
WALLIS (A64),
CHRISTOPHER
WEBB SMITH (A14),
MARY
YOUNG (A6),
come la pulitura della tomba di SARAH
ELISABETH GOUGH (A90) e
Sir DAVID
DUMBRECK (A48),
per un totale di 30 grandi tombe in marmo. Il progetto per il
restauro della tomba di EDWARD
PORTEUS (B65)
ha ricevuto i fondi dal Waterloo Committee per una somma pari
a € 400,00, si veda per questo la presentazione in PowerPoint.
Con il compenso ricevuto Daniel era ora in grado di costruire
le parti in legno del suo tetto, le travi che avrebbero
sostenuto infine il tetto in ferro contro la caduta della
neve. L’Assistenza Sociale aveva minacciato di sottrarre loro
le bambine e questo era fondamentale per non perderle.
Nel gennaio 2011, su loro invito, ho presentato
all’EESC/European Economic and Social Committee of the
European Commission a Bruxelles il
progetto di lavoro/studio con i Rom di Romania a Firenze
denominato 'Dalle tombe alle culle'. Il progetto è stato ben
accolto, e considerato ‘buona e miglior pratica’, perché il
progetto più concreto. La nostra Aureo Anello
Associazione
ha costituito un’associazione gemella in Romania, l’Asociaţia
Agrustic Somnacuni - Inel de Aur,
di cui Daniel è Presidente e Vandana, Vice-Presidente. Mentre
la nostra è nata per il mantenimento della Mediatheca
'Fioretta Mazzei' e il restauro del Cimitero degli ‘Inglesi’,
la loro è nata per preservare le famiglie Rom, e la loro
lingua, il Romanì, mentre ne apprendono molte altre,
attraverso l’aiuto reciproco nella riparazione delle case e
per l’alfabetizzazione. Il 29 giugno 2011 il Comune di Firenze con
le autorità cittadine ha reso omaggio ad Elizabeth Barrett
Browning con il Gonfalone,
il grande Gonfalone gigliato di Firenze, e così anche
celebrato il restauro del cimitero con i Rom. Sono di Daniel
le bellissime foto che documentano l’evento.
In quell’anno Daniel ha portato con sé gli attrezzi ereditati
dal nonno, ed ha sostituito le lettere mancanti in piombo
sulle tombe, un resoconto completo di questo lavoro si può
vedere in questo PowerPoint.
E ha anche eseguito gli interventi di pulitura e ripristino
sulle seguenti cento tombe: JULES UGUST AGUET (D17),
EUGENIJ
FEDOROVIC ALLISSOF (E116),
ELIZABETH
BARRETT BROWNING (B8),
Vicomte HENRI
DE LA BELINAYE (A43),
EDMUND
BENNETT (E83),
ISABELLA
BLAGDEN (B42),
EMILE
EMANUEL BOSIO (A7),
MARIE
FANNY BOSIO (A8),
EDUARD BOSSE (D107),
ERNST
GOTTHILF BOSSE (D107),
ELOISE
BOSSE (D109),
JAMES
BOURNE (B21),
EDWARD
BRIND (C65),
BEATRIX
FANNY MARY CAMPBELL SPENCE (A10),
KATIE
ISABEL CAMPBELL
SPENCE (A9), Vice-President SALOMON
GUILLAUME COUNIS (D13), CARLO
COUNIS (B48), ELIZABETH
CRAFT (C64), JAMES
CRAIGIE, M.D. (C99), Rev GEORGE
BRICKDALE CROSSMAN (B99), LOUISE
LAURIE SOPHIE ALICE DALGAS/ RODOLPHE GUILLAUME DALGAS
(C39), ELIZABETH
JUDGE D'ARCY IRVINE (C44), EMILY
D'ARCY IRVINE (F24), JAMES
LUKIN DAVIS (A63), PHILIPPE
DELAPIERRE (A66), FREDERIQUE
DUPLAN (C40), SALVATORE
FERRETTI (AB27), ELEANORA
FRAPPA (D14), Capt. JACOB
ANTON GANZONI (D73), ancora JEAN DAVID MARC
GONIN (C106), JANE MILLER
DICKSON GORDON (A49), MARCELLINA
AND VETURIA VOTA/GRECO (B86), Rev HENRY
GREENE (A51), GRACE
GREENWOOD (E115), ANNE HARRIS (C59), Lieut Commander
ISAAC HARRIS (E36), JEAN
CHRISTIAN HEINSMANN/GUSTAV HEINZMANN/FRANZ HEINZMANN
(C88), RICHARD
HILDRETH (D119), FRANCIS
WEMYSS HOWE (C45), MARGARET
SMITH BOYLE THOMPSON (A52), LUCY OLIVER
IVES (A54), CONSTANT
JACCOTTET (F25), HUGH
WILLIAM JONES (A53), CHARLES
EDWARD KERRICH (D143), Dr AUGUSTUS
KIRCH (AB6), FREDERICH
ADOLPH KLEINKAUF (B96), ARNOLD
HENRY SAVAGE LANDOR/WALTER SAVAGE LANDOR ii, JOHN LANDOR,
M.D. (F128A), PIERRE DE
LARS (A87), LOUISE
LEBRUN (E133), le tombe LESSONA (C14-16), IVAN
LEONTEVIC LEVITSKY (F6), MILLICENT
ANN LLOYD (A11), CHARLES
EDWARD LUSHINGTON (B61), BARTOLOMEO
MALFATTI (C36), MARIA
MALFATTI/LUISA MALFATTI (C35), PAOLO
MALFATTI (C37), ANATOLIJ
MICHAIJLOVIC MASLENNIKOV (A42), ROLAND
JAMES MCDOUALL (E30), HUGH
MCDONNELL (B97), MARY
BEATRICE MCCLEOD (A56), MONICA
SALVADOR MEGATTI (F), JENNY MORELL WALTON
(B60), ELIZABETH
ANNE MORICE (A50), ADOLFO
MUSSAFIA/REGINA MUSSAFIA (C27), KALIMA
NADEZHDA DE SANTIS (B58), CAROLINE
BENNETT NAPIER (F23), ROBERT
NICHOLSON (B44), Dott. BARTOLOMEO
ODICINI (A47), Rev. GEORGE
ALGERNON PEYTON (E39), una tomba piramidale non
identificata (C70), EVGENII
POLYAKOV (C8), HIRAM
POWERS (B32), SAMUEL
REGINALD ROUTH (E25), MARY ANNE
SALISBURY (F2), HUGEN G.
SCHMID (C68), WILHELM
PHILIP LUDVIG SCHWARZENBERG (D76), JOHN
CROSSLEY GAYLE SEYMOUR (E37), JOHN
SINCLAIR (C41), JOHN
MCHARDY SINCLAIR (C33), Captain ROBERT
GEORGE SUCKLING SMITH (D21), Contessa
ELEANORE EMILIE STENBOCK-FERMOR (D74), MARIA
STEVENS (B72), ANNA/ANNINA
STUPAN (E114), HARRIET
THOMPSON (E13), ROBERT
VINCENT THURBURN (B59), THOMAS TOD (C32), Hon.
FRANCES TOLLEY (B131), THOMAS
TRINGHAM SMITH (E23), PAUL
VIEUSSEUX (C101), GIAMPIETRO
VIEUSSEUX (F48), JOHN
MAURICE WALKER (D75), LOUISE MARY
YARNOLD (E84), EDWARD
WILLIAM YOUNG (B29). Si
veda per questo Restauri2011.
Per nostra esperienza sappiamo che i restauratori italiani
chiedono un compenso che varia dalle € 300,00 alle € 3.000,00,
fino a € 10,000,00 e persino € 40.000,00 per il restauro di
una tomba, lavorano lentamente e non concludono mai. Daniel
possiede un diploma di Scuola tecnica. Guadagna € 5.000,00 per
un anno di lavoro. Accurato e veloce porta ogni intervento a
termine. Tutto questo alzandosi presto la mattina, lavando
anche i piatti e i pavimenti, imbiancando i muri. Riparando
tubi ed elettrodomestici, facendo lavori di carpenteria e
falegnameria, rilegando libri, con me dirigendo la Scuola di
Alfabetizzazione, studiando la sera con il computer e leggendo
libri. Con quanto guadagnato quell’anno è stato in grado di
ricoprire la sua casa con un tetto in ferro di protezione
contro la neve. L’Opificio delle Pietre Dure per il parziale
restauro del cimitero, con la pulitura di alcune delle tombe,
e il giardinaggio, di cui ora si occupano Daniel ed altri Rom,
aveva stimato necessaria una cifra intorno agli 800,00 milioni
di lire, l’equivalente di 400.000,00 euro, mentre l’architetto
del Comune di Firenze aveva calcolato una somma pari a
1.684.100,00 euro. Restauro che Daniel ha realizzato per circa
sette mila euro raccolti con le donazioni dei discendenti.
Nell’anno 2012, Daniel ha continuato a lavorare con l’Istituto
'Nello Carrara' del CNR per il loro maggior progetto di
ricerca per la pulitura con l’impiego del laser della statua
dell’‘Allegoria’ della Speranza di Odoardo Fantacchiotti posta
sulla tomba di SAMUEL
REGINALD ROUTH (E25).
Ed ha anche pulito, usando acqua e piccoli pennelli, le 38 tombe di ELISA
MARIA
STISTED WOOD (A98), LYDIA MATILDA
GOFF (A97), ISABELLA
SCOTT (A95), THOMAS
TIGHE (B6), Captain JAMES
JOHNSTON MCCLEVERTY (B88), CARL JULES
HEINZMANN/ELISA ADELAIDE HEINSMANN (C102), JULES
FRIEDRICH GENAND (C100), THOMAS TOD (C37), HENRY
BROCKHOLST LIVINGSTON (C38), GIOVANNI
STUPAN (C26), CHARLOTTE
MARY FLORENTIA CLIVE (D20), EVERETTA
LOUISA AULDJO (D162), ARTHUR
WILLIAM CASTELLANI (D113), ANNIE
DALLAS (F19), JAMES
ROBERT MATTHEWS (E100), MARY ANNE
OCTAVIA MATTHEWS (E99), FLORENCE,
FRANCES, & JAMES POWERS (E56), Cavalier JOHAN
HEDENBERG (E90), ALBERT,
ERNESTO, EUGENIO REVEL (E145), ALICE MARY
ORR SLAYTON (E143), MARY
ISABELLA JEFFERSON PAGE (E142), JOHN EDWARD
ELLIOTT (E10), EMMA
MATILDA BALL (E2), CHRISTINE
TEMPLE-BOWDOIN (E1), ANN ALICE
HOLT (F4), DOMENICA
PEER, LETA, PLACIDO STALVIES (F126), ESTHER
SUSAN AMELIA BANKES (F125), FRANCES
JANE WHYTE MOYSER (F31), FLORENCE
FLETCHER WALKER WHYTE (F30), EMIL OTTO
ADOLF ALBERT VON PARPART (F81), CHARLES
THEODORE GIPNER (F130), EMMA
GAMBREE CAPEI (F67), ELIZABETH
OKELL GRAZZINI (F133), JOEL TANNER
HART (F28), SARAH LEE (F107), ANNA
HERMANN (F109). Si
veda per questo Restauri2012.
Al tempo stesso in cui Daniel eseguiva la pulitura della
statua dell’‘Allegoria’ della Speranza, la scultura di Odoardo
Fantachiotti (E25),
ci veniva detto di un’altra opera dello stesso scultore, la
tomba per Teresa Spence in una cappella del cimitero di
Fiesole, prima nella Villa Medici a Fiesole. Seppur
straordinariamente bella, era sporca di escrementi di topo,
con la porta rotta, le due sfingi del sepolcro, che avevano
subito atti vandalici, erano state staccate e trafugate. Un
discendente Blundell Spence ci ha incoraggiati ad iniziare il
restauro. Così Daniel si è messo al lavoro raggiungendo
Fiesole ogni giorno in autobus con i suoi attrezzi, pulendo il
marmo, riparando e restaurando la porta in ferro. Per dorare
le iniziali sul cancello ho dato a Daniel la foglia oro per la
rilegatura dei libri. Hebe e Agnes che sono state con noi per
due settimane hanno, poi, insegnato ai Rom ad incidere le
lettere sul marmo per le iscrizioni sepolcrali e a fare la
doratura.
Nel 2013 abbiamo creato il facsimile della coperta del Libro
del Chiodo di Firenze, il libro che condanna Dante
Alighieri all’esilio e alla morte tre volte, che abbiamo
donato al Museo Casa di Dante a sostituzione della foto del
libro in formato ridotto e in bianco e nero che prima veniva
esposta. L’UNESCO successivamente ci ha chiesto di presentare
due foto di Firenze per celebrare i 40 anni del progetto World
Monuments. Ho per questo fotografato Daniel-Claudiu Dumitrescu
e Alberto Casciani nei loro camici bianchi sotto la bellissima
statua dell’‘Allegoria’ della Speranza dopo la pulitura, e,
nella bottega Oltrarno di Enrico Giannini, Daniel-Claudiu
Dumitrescu con Enrico e il facsimile del Libro del Chiodo.
Entrambe le foto sono state accettate dall’UNESCO.
Enrico Giannini e Daniel-Claudiu Dumitrescu
Facsimile, Libro del Chiodo, Museo Casa
di Dante
Nello
stesso anno Daniel si procura un paranco che porta dalla
Romania e anche il ferro per la tomba di JOHN
LOGAN CAMPBELL (E54),
mentre gli svizzeri acquistano per lui quanto necessario per
realizzare un ponteggio che avrebbe potuto utilizzare. In
quest’anno Daniel ha raddrizzato le tombe di JAMES
LORIMER GRAHAM (E12),
MARGARET
HOYLE THOMPSON (A52),
EDWARD
WILLIAM YOUNG (B29),
MARGARET
MCNAB (E4),
ERNST
JONAS FREDRIK KJELLANDER (F39),
ha restaurato la tomba di JOHN
LOGAN CAMPBELL (E54),
pulito le tombe di ZAIDA
FFRENCH (B1),
BENTINCK
AND MARY YELVERTON (B2),
CECILIA
MARY YELVERTON (B3),
ELENA
NIKITCINA DIK (B4),
ANTHONY
MEEK SAPTE (B5),
ANNA
BROWN (E24),
BIANCA
BALDELLI (F14),
FLORENCE
EVELYN JULIA FLEETWOOD-WILSON (F13),
THOMAS
BRUNKER (F72),
THOMAS
WATSON AND CHARLES OTLEY (F47),
FREDRIC
GOODBAN (E28),
MARTHA
REBECCA MOORE (F12),
RALPH
HENDERSON MOORHEAD (A12),
THEODORE
& GUILLELMO D'OUSSOW (B12),
MARIA
DOROTHEA JAFFRAY (B11),
ricostruito il muro a secco crollato, riparando le tombe di SOPHIE
MEYRVEIS (D141),
GEORGINE
MEYRVEIS (D142),
e FLORENCE
AMY CHARLOTTE HAIGH (D137).
Si veda Restauri2013.
Sempre in quest’anno Esprit blocca molto del lavoro di Daniel
per inserirlo in un progetto di formazione mai avviato. Alla
fine, con Vandana ammalata per la perdita della loro casa,
siamo stati costretti a rinunciare al rigido progetto
burocratico con un compenso di solo € 3,00 all’ora per lui,
per tornare al lavoro concreto del restauro del cimitero.
Posso solo dire che quello che Daniel sta facendo è
miracoloso. Tutti sono soddisfatti dell’efficienza dei
risultati, del suo eccellente accurato lavoro al più alto
livello, sia che si tratti dell’Opificio delle Pietre Dure o
della Commissione del CNR per il restauro. Daniel ed io
lavoriamo insieme per la schedatura, il catalogo descrittivo
delle tombe, per le Belle Arti (MIBAC). Daniel misura e
fotografa ogni tomba, e per questo progetto anche digitalizza
gli archivi svizzeri.
Nel
2015 Daniel è stato assunto da Alberto Casciani per lavorare
con lui al restauro del pulpito rinascimentale di Donatello a
Prato, raggiungendo così il massimo livello della professione
dopo sette anni del suo apprendistato con lui. Apprendistato
per la conservazione del marmo iniziato nel nostro cimitero
con la tomba della quasi antenata di Viscount Gough. Mi
sconvolge molto che per quanto Daniel fa non riceva una paga
sufficiente per vivere. Il compenso di € 5000,00 all’anno, di
cui un quarto per le tasse, non è abbastanza per una famiglia
di sei persone, ora diventate sette. Lui, la moglie Vandana,
le loro quattro figlie, Elena, Alexandra, Gabriela, Anna
Maria, e la nonna Amanda.
In questo primo capitolo dell’e-book abbiamo parlato
dell’affinità di questo cimitero con il cervello umano e i
suoi due emisferi. I Rom, constato, devono l’eccellenza del
loro lavoro, la loro abilità a comprendere un progetto nel suo
insieme, all’intuizione, ad una gestalt (conoscenza
immediata), all’armonia tra l’emisfero sinistro e destro del
cervello. Comprendono la totalità, e con cura lavorano con i
particolari in tale totalità. Vedono e operano su aspetti che
invece gli specialisti intenti ad applicare una sola tecnica
ben conosciuta trascurano. In parte perché appartengono ad una
cultura orale, il loro emisfero sinistro non tiranneggia sul
destro, sono uomini e donne rinascimentali. La nostra
educazione in molti modi menoma e impastoia il nostro
cervello. Ci impoverisce invece di rafforzarci. Si veda per questo
Elizabeth Barrett Browning, An Essay on Mind (la cui
pubblicazione fu pagata dalla schiava della famiglia in
Giamaica, Treppy), Julian Jaynes, The Origin of
Consciousness in the Breakdown of the Bicameral Mind, e
Iain McGilchrist, The Master and His Emissary: The Divided
Brain and the Making of the Western World. Forse
mi sbaglio nel vedere nell’educazione un modo per uscire dalla
povertà per i Rom. Forse, tuttavia, se possiamo insegnare
questo aspetto insistendo sul mantenere l’equilibrio tra
l’emisfero sinistro e destro del cervello, l’armonia tra
lavoro manuale ed intellettuale, noi e loro, il nostro Altro,
potremo godere del meglio di entrambi i mondi.
La Scuola di
alfabetizzazione, che si tiene la domenica, quando è meno
probabile che arrivino i Carabinieri vedendo le donne con le
loro gonne, iniziando a controllare tutti i nostri documenti,
convinti che i Rom siano lì per rubare, è ora fiorente.
Desideravo così tanto fin dall’inizio che le donne la
frequentassero, sapendo che l’alfabetizzazione avrebbe ridotto la
mortalità infantile e aumentato l’aspettativa di vita sia
degli uomini che delle donne Rom, ma loro se ne tenevano
lontane tirandosi indietro.