www.florin.msI link ipertestuali
rimandano alla mappa [2D]; alla
lettura della Commedia con la
voce di Carlo
Poli, ♫
.
(per questo cliccare sulla freccia
rossa); e si può cliccare sulle fotografie delle
lapidi dantesche per ingrandirle. La mia immagine compare nelle fotografie al fine di
misurare con
un confronto
l’altezza
delle lapidi
per una stima
del tipo di
intervento
necessario per
la loro
pulitura.Su
Youtube:https://www.youtube.com/watch?v=OAlls8PCGX0&list=PLqU0u-wi_tvtsEP_vfUHkmDNH_yydssE1&index=54 LA FIRENZE DI DANTE IPERTESTUALE
Ritratti di Dante, Firenze, manoscritto
Riccardiano, Orvieto, affresco di Luca Signorelli
Immagina di arrivare, o diciamo che sei
arrivato in realtà, a Firenze nella moderna stazione di
Santa Maria Novella di Giovanni Michelucci, "architetto
dell'accoglienza", inaugurata nel 1935. Di fronte a te
vedi il retro di 1.
Santa Maria Novella, la grande chiesa edificata
dall’Ordine dei Predicatori, iniziata nel 1276,
dove Dante sarebbe andato ad ascoltare le lezioni dei
Frati Domenicani che esponevano la teologia di Tommaso
d’Aquino. Mentre ricordare che proprio un domenicano si
era dedicato a scrivere un commento alla Commedia ma il
Capitolo tenuto nel Cappellone degli Spagnoli nel 1335
proibi il lavoro e il commento dovette fermarsi al Canto XII del Paradiso.
Quello che
segue ed è qui presentato sarà un percorso
ipertestuale della Vita
novae dellaCommedia
di Dante, "parleranno" le lapidi in marmo (che il
Comune di Firenze nel 1900 - i lavori si conclusero
nel 1907 - decise di apporre in tutto il centro
storico sugli edifici citati da Dante e sulle quali
si possono leggere versi scelti del poema), sarà
fatto riferimento alle pubblicazioni che li
riguardano, senza trascurare incisioni ottocentesche
e fotografie e altre materiali di documentazione.
Sarà una vera e propria 'caccia al tesoro' condotta
su più livelli da quello storico degli edifici in
pietra e del personaggi vissuto tra il 1265 e il 1302,
a quello degli scritti di Dante, la Vita nova
e la Commedia, essi stessi ipertesti
stratificati, scritti in origine su pergamena, e
oggi stampati su carta. In questo modo alla realtà
di ieri si sovrappone la visione virtualizzata
odierna e Firenze non apparirà solo come la città
moderna in cui vivere, muoversi ed esistere in
questo momento presente, ma anche come una città
fatta di varie stratificazioni, che possiamo
ripercorrere nel suo 'teatro della memoria', fino
all'epoca di Dante, prima del Rinascimento, prima
dei Medici, dalla nascita del Poeta al suo esilio.
Sarà così possibile comprendere il paesaggio urbano
della sua Vita nova e quello che Dante
ricorderà, nella Commedia, visione onirica
della usa città durante l'esilio. 1 Santa Maria Novella, Via
Cerretani,2
St Zenobius’ Cross,3 Baptistery,4 Santa Reparata/Duomo,5 Giotto Campanile,6 Compagnia dei Laudesi,
Orsanmichele, tombs, 7
Bigallo/Misericordia,8 Santa
Maria Nuova Hospital,9
Piazza San Piero Maggiore.
1
Santa Maria Novella -> Via Cerretani, 2 Croce di San Zenobio, 3 Battistero, 4 Santa Reparata/Duomo, 5Campanile di Giotto,
6 Compagnia dei Laudesi,
Orsanmichele, tombe, 7
Bigallo/Misericordia, ->8
Ospedale di Santa Maria Nuova ,-> 9Piazza San Pier
Maggiore.
1.
Nel two percorso reale o immaginario potresti
prendere via Cerretani, osservando la lapide sulla
chiesa di Santa Maria Maggiore e giungere al 4. Duomo di Santa Maria del
Fiore (solo le sue fondamenta iniziarono prima
dell’esilio di Dante, precedentemente l' sorgeva la
chiesa di Santa Reparata).
1.Mappa 1C,
Parrini V, Tassinari
V. In Via Cerretani, sulla chiesa di
Santa Maria Maggiore. Lettura 1
♫
In questa app puoi cliccare sulle
fotografie delle lapidi per ingrandirle,
come qui:
Cliccare per ingrandirla
. . . IN LA MENTE
M'E FITTA, E OR M'ACCORA, LA CARA E BVONA IMAGINE PATERNA DI VOI, QVANDO NEL MONDO AD ORA AD
ORA M'INSEGNAVATE COME L'VOM
S'ETERNA!
Lungo il percorso, prima di raggiungere piazza San
Giovanni sulla destra vediamo la semplice chiesa
cistercense di Santa Maria Maggiore, all’interno della
quale, nella cappella di sinistra, si trova a indicare
la tomba di Brunetto Latino una colonna posta da
Giuseppe Maria Mazzei nel 1751. Nell'Inferno XV Dante
celebra il suo maestro e i suoi scritti, le Opere
di Brunetto Latino. Quella tomba era
originariamente in piazza San Giovanni, nella parte
riservata ai membri della Compagnia
dei Laudesi di Orsanmichele.
Brunetto fu nominato tutore legale di Dante dalla sua
matrigna, ci dice Leonardo Bruni, alla morte del padre.
Brunetto lo avrebbe educato inizialmente facendogli
leggere e copiare documenti di stato (ora conservati
nell’Archivio di Stato in piazza Beccaria), e anche le sue
Opere
letterarie, il suo Tesoretto (Biblioteca
Riccardiana 2908, forse scritto da Dante quando era
ancora un ragazzo), e il Mare amoroso (forse
suo), trascrivere forse in età più matura anche la Rettorica
e il Tesoro, (Biblioteca Medicea Laurenziana,
Plut. 42.20) e i manoscritti scritti dai discepoli di
Brunetto (ora nella Biblioteca Vaticana, nella
Biblioteca Laurenziana, nella Biblioteca Riccardiana e
nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze).
Francesco da Barberino copiò il testo del Tesoro
di Brunetto Latino negli anni tra il 1330 e 1339. In questo
manoscritto della Biblioteca Laurenziana (Plut. 42.19, fol.72r),
Brunetto Latino è mostrato mentre insegna a Guido Cavalcanti, Dante
Alighieri, e Francesco da Barberino, dopo la rivolta dei
Vespri Siciliani. Nella scena Francesco si volge ammirato a
guardare Dante, tutti i discepoli hanno in mano le copie che
stanno realizzando del Tesoro e che è spiegato da
Brunetto. Nel 1260 Brunetto era stato inviato dai fiorentini in
ambasceria in Spagna alla corte del Re Alfonso X el Sabio per
chiedere aiuto contro re Manfredi, e lì aveva acquisito testi
dell’Etica Nicomachea di Aristotele e dell’Astronomia
di Alfragano, apprezzando per la produzione di più libri il
metodo arabo che consisteva nell'utilizzo di più copisti
contemporaneamente. 'Ser' e 'Maestro' Brunetto insegnava ai
studenti Cicerone, Aristotele, Lucano, Alfragano, che tradusse
prima in francese, negli anni 1260-1265 (durante il suo esilio
dopo Montaperti), poi in italiano negli anni 1280-90, formando i
suoi lettori e ascoltatori al "Buon Governo", vale a dire
governare con integrità la cosa pubblica. Brunetto definì il
governo come espressione dell’amore di Dio, del prossimo, e del
nemico. Il 'podestà', eletto da una città diversa, e alloggiato
con i suoi giudici, notai, soldati e servi nel Bargello, prestava giuramento di
difendere la giustizia, di rispettare gli statuti della città,
di proteggere le vedove e gli orfani, i mercanti e i pellegrini,
di riparare strade e ponti, di difendere i cittadini in tempo di
guerra e di pace, per la prosperità comune.
La madre di Dante, Bella degli Abati, era
morta quando lui aveva cinque anni, qualche anno dopo morì anche
il padre e fu la matrigna Lapa a nominare Brunetto come tutore
legale di Dante, appena adolescente.
PIAZZA SAN GIOVANNI
Arriviamo alla bellissima piazza di San Giovanni
con la sua 2. Colonna colla
croce di San Zenobio, il 3.
Battistero, la 4.Cattedrale
(allora Santa Reparata), il 5.
Campanile di Giotto, non eretto prima dell’esilio di Dante, il 6. Cimitero della Compagnia dei Laudesi di 30. Orsanmichele
(non più visibile a parte la scultura dell’Annunciazione), 7. Il Bigallo e la Misericordia, e Il
Museo dell’Opera del Duomo. I Fiorentini chiamano la loro
Cattedrale, intitolata a Santa Maria del Fiore, invece che a
Santa Reparata, il "Duomo", e la sua grande cupola, il
"Cupolone". Questo insieme straordianrio di monumenti
architettonici della Firenze di Dante e di epoca più tarda
costituicono il centro ecclesiastico della città, sebbene la
volontà e l'impegno economico per la sua realizzazione siano
ascrivibile più a dei laici che al clero. Come la moderna
Costituzione italiana, Firenze era fondata sul lavoro. Le varie
corporazioni impegnate nel settore bancario e tessile: Arte de'
Giudici e Notai, Arte dei Mercatanti e di Calimala (importava i
panni grezzi e li riesportava dopo le operazioni di rifinitura),
Arte della Lana, Arte del Cambio, Arte della Seta, Arte dei
Medici e Speziali, Arte dei Vaiai e Pelliciai. Troviamo le varie occupazioni raffigurate nelle
sculture in bassorilievo sul 5.
Campanile di Giotto. L'Arte della Lana fu impegnata
nell’edificazione del 4.Duomo, l’Arte di Calimala per il 3. Battistero
e 44. San Miniato e l’Arte della Seta per il
più tardo Ospedale degli Innocenti, mentre tutte le Corporazioni
hanno collaborato e gareggiato per edificare e adornare 30.Orsanmichele.
2. Colonna colla Croce di
San Zenobio. San Zenobio nella leggenda fu vescovo di Firenze,
il suo sarcofago, quando fu traslato dalla chiesa di San
Lorenzo, a Santa Reparata, toccò un olmo morto nella piazza e
questo rifiorì; la croce fu eretta a memoria di ciò. Ogni anno
la sua base è adornata con rose rosse e bianche. Un’altra croce
medievale è la Colonna della croce del Trebbio, che si trova al
punto d’incontro di tre strade vicino a Santa Maria Novella.
Firenze conserva molte di queste memorie e usanze, perpetuati
dal medioevo fino ai giorni nostri.
IL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI
3. Il Battistero. Accanto al
Duomo di Firenze, si trova l'antico Battistero ottagonale, che
Dante Alighieri e Giovanni Villani credevano fosse stato in
origine un Tempio dedicato al dio pagano della guerra, Marte.
Qui, il Sabato Santo, 27 marzo 1266, fu battezzato Dante. Al
tempo i mosaici erano in corso di realizzazione.
Questo è ciò che il
bambino Dante avrebbe visto al suo battesimo del Sabato
di Pasqua del 1266. La sua
liturgia del Sabato Santo comprendeva il Salmo 113,In Exitu Israel de Aegypto ♫
(qui sentiamo l'Ensemble San Felice
che canta il salmo con il suo unico tonus
peregrinus, che Dante ha citato nel Convivio
e che nell'Epistola a Can Grande è indicato
come base dell'allegoria della Commedia), che
Dante fa cantare all’unisono ai 100 pellegrini in Purgatorio II dopo
che nel I canto Virgilio lo battezza con acqua e lo
cinge o incorona con un giunco, con riferimento al Mar
Rosso, chiamato "Ram Suf", il Mare degli
giunchi. Egli data la Commedia
dal Venerdì Santo fino alla Settimana di Pasqua del
1300/1301, e allude e ripete il rito del suo battesimo
due volte nel Purgatorio I, quando Catone lo fa
battezzare da Virgilio, e di nuovo nel Purgatorio XXXI,
quando Matelda lo sospinge tra le acque del fiume Lete e
lo sostiene nella traversata. Nell'Inferno
XIX.16, Dante
ricorda quando, da adulto, ruppe uno dei fonti
battesimali laterali per salvare un bambino che vi
annegava .
Un pezzo rotto di questa fonte è ora custodite nel Museo
dell'Opera del Duomo.
British Library, MS Egerton 943, Purgatorio
I and Purgatorio XXXI
SE MAI CONTINGA CHE
'L POEMA SACRO AL QVALE HA POSTO MANO E CIELO E TERRA SI CHE M'HA FATTO PER PIV ANNI MACRO, VINCA LA CRVDELTA' CHE FVOR MI SERRA DEL BELLO OVILE, OV'IO DORMI' AGNELLO NIMICO A' LVPI, CHE GLI DANNO GVERRA, CON ALTRA VOCE OMAI, CON ALTRO VELLO RITORNERO' POETA, ED IN SVL FONTE DEL MIO BATTESMO PRENDERO' IL CAPELLO.
Questa pietra si trova ai piedi dell’esterno del
Battistero, per terra, era lasciato sporca e con crepe,
come quella nera della Porta della Confessione in Purgatorio IX.
Tra i mosaici
del Battistero troviamo l’enorme figura di Satana, opera di
Coppo di Marcovaldo con tre bocche che divora tre peccatori;
simile è la figura di Satana che nella Commedia divora
Giuda, Bruto e Cassio in Inferno
XXXIV. Dante progetto di scrivere la Commedia
spinto dal sogno di pace imperiale tra le fazioni fiorentine,
pace che l’Imperatore Enrico VI di Lussemburgo avrebbe potuto
portare; tale speranze, però, infrante dalla morte di Enrico per
febbre nel 1313. L'idea di una pace imperiale lo aveva portato a
scegliere come guida del suo viaggio Virgilio, poeta ilegato ad
Augusto e all'impero, piuttosto che il repubblicano Cicerone di
Brunetto, considerando Bruto e Cassio come traditore di Cesare.
Al contrario Michelangelo (nella scultura che si trova al Museo
del Bargello), fa di Bruto il virtuoso repubblicano, modello
ideale opposto alla tirannia dei Medici.
SANTA REPARATA/SANTA MARIA DEL FIORE 4. Si
giunge ora al Duomo, iniziato da Arnolfo di Cambio nel 1296 (i
soci della Misericordia posero la prima pietra), e terminato dal
Brunelleschi nel 1436. Ma al tempo di Dante era la chiesa di
Santa Reparata, con accanto il Battistero.
Al tempo di Dante
In epoca poseriore a Dante e prima della facciata moderna.
Codice Rustici, 1433.
Il Giovedì Santo, giorno in cui si apre la cantica dell’Inferno
nell'anno 1300/1301, la liturgia all’interno di Santa Reparata
(e ora nel Duomo) prevedeva la processione con la grande croce
ornata di rami d’ulivo e i portatori di ceri, che portava il
Santissimo Sacramento all’Altare della Deposizione sotto un
baldacchino dorato e quattro grandi ceri ai lati. Questi ceri
erano e sono portati da soci della Misericordia, i cui piedi
erano stati lavati dal Vescovo durante la messa in Coena Domini.
Dante prenderà da qui spunto per la processione nel Paradiso
Terrestre, seguita da Beatrice sul suo carro Purgatorio
XXIX. Dante pellegrino crede daprima che siano alberi
d’ulivo ma che si rivelano poi essere candelabri.
Nel 1322 il compagno di studi di Dante,
Francesco da Barberino, commissionò a Tino da Camaino la
tomba del vescovo Antonio d'Orso per la Cattedrale di
Firenze, questi documenti parlano di "Dominus
franciscus". La tomba è sulla parete di destra, entrando
dalla parte anteriore: è visivile chiaramente il motivo
della Morte, molto amato da Francesco da Barberino.
Altrove è anche presente il motivo di Amore, con due archi scaglia
frecce in direzione di chi guarda.
Tomba del vescovo
Antonio d'Orso scolpita da Tino da Camaino, commissionata da
Francesco da Barberino, la Morte come Arciere con due archi
Al
compimento della Cupola del Brunelleschi nel 1436, fu
cantato il mottetto di Guillaume Dufay, Nuper
Rosarum flores, che
evoca, come fa la Cattedrale con la sua pianta, la Rosa di
Dante. All’interno del Duomo sulla sua parete sinistra si
trova questo dipinto di epoca successiva, raffigurante
Firenze come era allora, realizzato nel 1465 da Domenico
di Michelino. Qui Dante predica a Firenze come suo
profeta. Le tre porte dell’Inferno, del Purgatorio, e di
Firenze, sono tutte simili a quelle progettate da Arnolfo
da Cambio per le mura fiorentine, mentre il Monte del
Purgatorio è insieme il Monte Ceceri di Fiesole con le sue
gallerie scavate per estrarre la pietra serena,
un’arenaria porosa grigia (gallerie ora nascoste dai
cipressi piantati dagli Inglesi in epoca Vittoriana) e il
Monte
Sinai, similmente con le terrazze dove i monaci del
Monastero di Santa Caterina ascoltavano le confessioni dei
pellegrini.
Porta della
Confessione sul Monte SinaiSinai, David Roberts
5. Il Campanile di Giotto fu
edificato dopo l’esilio di Dante da Firenze. 6. La tomba di Brunetto
Latino, maestro di Dante, era originariamente tra le tombe che
ricoprivano piazza San Giovanni, tombe descritte da Boccaccio
nel Decameron VI.ix. Quelle dei membri della 6.Compagnia
dei laudesi di 30.
Orsanmichele (fra i quali nella Necrologia
troviamo elencate Brunetto Latino, Guido Cavalcanti, 16. 'Philippus Arçenti' e
Betto Brunelleschi), erano ragruppate sotto la scultura
dell’Annunciazione, già sulla parete esterna di Santa
Reparata, ora sulla parete del Duomo presso il Campanile di
Giotto. Questa scultura è raffigurata in Purgatorio X. Le
opere di Brunetto Latino sono ricordate in tutta la Commedia.
Arnolfo
di Cambio, Annunciazione, già in Santa Maria
Maggiore che prima fu parte della tomba di Brunetto Latino
accanto a Santa Reparata.
Il
Capodanno fiorentino iniziava alla festa dell’Annunciazione,
il 25 marzo. Allo stesso modo Dante data l'inizio del suo magnum
opus, la Commedia, come aver inizio in quella
data, il 25 marzo 1300, in realtà 1301, anno in cui la festa
dell'Annunciazione coincise con il Venerdì Santo, così che
venivano a congiungersi Morte e Concezione di Cristo.
Beatrice era già morta nel 1290, al tempo della perdita del
Regno di Gerusalemme, e della caduta di San Giovanni d’Acri
avvenuta nel 1291, eventi che tingono la Vita nova di
dolore. Guido Cavalcanti sarebbe morto nell’agosto del 1300.
Possiamo dire, dunque, che la Vita nova e la Commedia
sono in qualche modo anche elegie poetiche in loro memoria.
La descrizione di
Boccaccio, Decameron VI.ix, descrive il luogo e mostra
Guido Cavalcanti, amico di Dante e suo compagno poeta, di
dieci anni più grande di lui, che salta sulle tombe per
sfuggire a coloro che lo schernivano:
"Ora avvenne un
giorno che, essendo Guido partito 30.
d’Orto San Michele e venutosene per
lo corso degli 12. Adimari infino a 3.
San Giovanni, il quale spesse volte
era suo cammino, essendo quelle archegrandi
di marmo, che oggi sono in 4. Santa Reparata, e molte altre dintorno a San
Giovanni, ed egli essendo tra le colonne del porfido che vi sono
e quelle arche e la porta di San Giovanni, che serrata era,
messer Betto [Brunelleschi, guelfo nero] con sua brigata a caval
venendo su per la piazza di Santa Reparata, veggendo Guido là
tra quelle sepolture, dissero: - Andiamo a dargli briga -; e
spronati i cavalli a guisa d’uno assalto sollazzevole gli
furono, quasi prima che egli se ne avvedesse, sopra, e
cominciarongli a dire: - Guido tu rifiuti d’esser di nostra
brigata; ma ecco, quando tu arai trovato che Iddio non sia, che
avrai fatto? A’ quali Guido, da lor veggendosi
chiuso, prestamente disse: - Signori, voi mi potete dire a casa
vostra ciò che vi piace - ; e posta la mano sopra una di quelle
arche, che grandi erano, sì come colui che leggerissimo era,
prese un salto e fussi gittato dall’altra parte, e sviluppatosi
da loro se n’andò."
Giovanni Villani racconta delle due colonne di porfido che Pisa
donò a Firenze ma che prima bruciarono in modo che non potessero
più prevedere il futuro.
Uno giovane gentile, figliuolo di messer 29. Cavalcante Cavalcanti, nobile
cavaliere, chiamato Guido, cortese e ardito ma sdegnoso e
solitario e intento allo studio, nimico di messer 14.
Corso, avea più volte diliberato offenderlo. Messer Corso
forte lo temea, perché lo conoscea di grande animo; e cercò
d’assassinarlo, andando Guido in pellegrinaggio a San Iacopo; e
non li venne fatto. Per che, tornato a Firenze e sentendolo,
inanimò molti giovani contro a lui, i quali li promisono esser
in suo aiuto. E essendo un dì a cavallo con alcuni da casa i 19. Cerchi,
con uno dardo in mano, spronò il cavallo contro a messer Corso,
credendosi esser seguìto da’ Cerchi, per farli trascorrere nella
briga: e trascorrendo il cavallo, lanciò il dardo, il quale andò
in vano. Era quivi, con messer Corso, Simone suo figliuolo,
forte e ardito giovane, e Cecchino de’ Bardi, e molti altri, con
le spade; e corsogli dietro: ma non lo giugnendo, li gittarono
de’ sassi; e dalle finestre gliene furono gittati, per modo fu
ferito nella mano.
LA
MISERICORDIA
7a. Il
Bigallo/Misericordia. Il Museo del Bigallo faceva
originariamente parte della Misericordia. Il suo affresco della
Madonna della Misericordia, più tardo rispetto agli anni in cui
Dante visse, presenta la città di Firenze e i suoi cittadini
riparati sotto il manto della Madonna, a sua volta ricamato con
le Sette Opere di Misericordia.
Anche la miniatura che fa parte del Libro del Biadaiolo,
scritto per 30.
Orsanmichele (oggi alla Biblioteca Laurenziana, Tempi 3), e il
Polittico di Santa Umiltà (agli Uffizi), dipinto da Pietro
Lorenzetti, mostrano la Firenze medievale com'era al tempo di
Dante, mentre il dipinto di Domenico di Michelino in epoca più
tarda rappresenta il Duomo di Santa Maria del Fiore quando è
stato edificato.
Bigallo, Madonna della Misericordia
Libro del
Biadaiolo
Pietro Lorenzetti, Santa Umiltà, Uffizi
L'archittetura arnolfiana delle porte di Firenze è
anche quella della Commedia La Madonna della Misericordia, il Bigallo,
precedentemente la Misericordia,
mostra nel manto le Sette Opere di
Misericordia, 1. Dar da mangiare agli affamati, 2. Dar
da bere agli assetati, 3. Vestire gli ignudi, 4. Alloggiare i
pellegrini, 5. Visitare gli infermi, 6. Visitare i carcerati,
7. Seppellire i morti. In questo itinerario vedrai 30.Orsanmichele,
il granaio per sfamare persino il nemico in tempo di carestia,
la prima Opera di Misericordia, Dar da mangiare agli affamati;
l’Ospedale di Santa Maria Nuova, la quinta Opera di
Misericordia, Curare gli infermi, compresi i pellegrini, e la
settima Opera di Misericordia (non nel Vangelo di Matteo),
Seppellire i morti. Queste Sette
Opere di Misericordia saranno affrescate anche nella
chiesetta dei 24.
Buonomini di San Martino (accanto
alla 25. Casa di Dante)
da Domenico Ghirlandaio. Il Bigallo si prendeva cura dei
bambini, come si vede nell'affresco sul muro.
Codice Rustici
7b.
La Misericordia edificò per loro un altro edificio alla sinistra
del Bigallo, dall’altra parte di via Calzaiuoli.
Mappa 1D. In Piazza
del Duomo, 20. Misericordia, posta in epoca più tarda rispetto alle altre, nel
1954. Lettura 32 ♫
VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO UMILE E ALTA PIU CHE CREATURA TERMINE FISSO D'ETERNO CONSIGLIO TU SE' COLEI CHE L'UMANA NATURA NOBILITASTI SÌ, CHE IL SUO FATTORE NON DISDEGNÒ DI FARSI SUA FATTURA. NEL VENTRE TUO SI RACCESE L'AMORE PER LO CUI CALDO NELL'ETERNA PACE COSÌ È GERMINATO QUESTO FIORE ANNO
MARIANO MCMLIV
I soci della Misericordia per oltre 700 anni si
sono adoperati per il trasporto dei malati e dei moribondi e
hanno seppellito i morti, indossando tuniche e cappucci neri che
coprivano il volto tranne che per i fori per gli occhi, capucci
ora proibiti, ma che io ho ancora visto negli anni Sessanta del
Novecento. I soci della Misericordia guidano le ambulanze
gratuite che vedi parcheggiate fuori dal Duomo.
La Peste a Firenze, 1600, i medici in rosso, i soci della
Misericordia in nero
Museo dell'Opera del Duomo. Quando Michelangelo scolpì il suo
autoritratto nella Pietà (allora nel Duomo), nella figura di
Nicodemo, raffigura sé stesso incappucciato come un membro
(fratello) della Misericordia che aiuta a seppellire il
Cristo morto.
Al Museo dell’Opera del Duomo vedrai anche le sculture
di Arnolfo di Cambio che erano sulla facciata di Santa Reparata,
una delle quali è quella della Dormizione della Vergine,
raffigurante Cristo che teneramente porta in Cielo l’anima della
Madre, come una bambina, scultura che illustra perfettamente la
'Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio" di Paradiso XXXIII. Anche Oderisi
citato da Dante in Purgatorio XI,
anche mostra questa scena.
SANTA MARIA NUOVA OSPEDALE
8. Ospedale
di Santa Maria Nuova. Prendi ora via dell’Oriolo, svolta a
sinistra in via Folco Portinari, e davanti a te c’è l’Ospedale
di Santa Maria Nuova. Di fronte puoi osservare l'edificio delle
Oblate (oggi Biblioteca delle Oblate) di fronte ad esso ospitò
l’ordine caritativo femminile fondato dalla nutrice di Beatrice,
Monna Tessa, mentre il padre di Beatrice, Folco Portinari, fondò l’ospedale,
1288, ospedale tuttora in uso. Le infermiere utilizzavano un
tunnel per raggiungere l’ospedale dal loro convento fornito di
grandi lavanderie. Florence Nightingale, nata a Bellosguardo
sopra Firenze, lo avrebbe usato come modello per la sua
istituzione di ospedali con infermiere. Sarah Parker Remond, la
prima donna medico, un’abolizionista afroamericana amica di
Frederick Douglass, venne a studiare medicina qui con una
lettera di presentazione di Giuseppe Mazzini negli anni
1866-1868. Ricordiamo la Vita
nova di Dante e i suoi racconti della morte sia del
banchiere Folco Portinari, 31 dicembre 1289, che di Beatrice
Portinari, sua figlia sposata con Simone de' Bardi, la quale
morì l'8 giugno 1290, forse di parto. Dante, come socio
dell'Arte dei Medici e Speziali, ha potuto studiare qui la
medicina. Map 4.
Nel Medioevo
Codice Rustici
Nel Rinascimento e oggi
Durante Covid19
Dall’Ospedale di Santa Maria Nuova, Map 4, puoi ora
proseguire lungo via Sant'Egidio fino a che sulla tua destra
vedi un arco.
9. Attraversa quest’arco e
ti troverari nella piazza di San Pier Maggiore. Parte della
facciata rinascimentale della chiesa di San Pier Maggiore,
demolita al fine del '700, è alla tua sinistra.
Le torri medievali alla tua destra sono quelle dei Donati
e degli Albizzi. Questa piazza e la sua storia di violenza
possono spiegare perché Dante venne esiliato da Firenze. È
necessario ora dare una panorama storica di quegli anni. I
nobili Ghibellini proprietari terrieri, inclini spesso alla
violenza, incolti - in otta l'uno con faide tra opposte fazioni
per le strade della città - edificarono alte torri come queste,
al tempo in realtà molto più alte. Nel 1250 il partito Guelfo di
Firenze, composto da mercanti e banchieri, li espulse,
mandandoli in esilio nelle campagne dove i Ghibellini
costituirono dei veri e propri potentati. Intanto a Firenze i
mercanti Guelfi cercavano pace e prosperità, livellarono le
torri Ghibelline ad un’altezza inferiore e usarono la pietra in
eccesso per far costruire da Arnolfo di Cambio le mura di difesa
della città. I Guelfi e il loro Notaio/Cancelliere, Brunetto Latino, modellarono il
loro governo su Cicerone e altri scrittori romani, e sul
concetto evangelico dell’amore di Dio, del prossimo e del
nemico, creando a Firenze una repubblica, il "Primo Popolo". Poi
il disastroso agguato delle forze guelfe fiorentine a Montaperti
nel 1260 da parte di Re Manfredi e dei Ghibellini, si concluse
con l’esilio dei Guelfi fino alle vittoriose battaglie di
Benevento e Tagliacozzo sotto il loro campione eletto, l’avaro e
bellicoso Conte Carlo d’Angiò e di Provenza. Il Cardinale Latino
favorì poi l'alleanza delle famiglie guelfe e ghibelline a
Firenze contro la tirannia di Carlo d'Angiò, cos' da giugnere
alla pace tra le due fazioni (La Pace del Cardinale Latino del
1260) grazie anche ad un abile politica matrimoniale, come
avenne, per esempio, con la figlia del Ghibellino Farinata, di nome Beatrice, che
andò in sposa a Guido, figlio del Guelfo Cavalcanti.
Per stabilizzare ulteriormente Firenze, Giano Della Bella promulgò gli
Ordinamenti di Giustizia, il 3 luglio 1292, Ordinamenti che
proibivano le faide di sangue pena l’esilio e la morte. Il
Podestà col Gonfalone di Giustizia aveva il compito di giungere
sulla scena con la sua schiera armata per porre fino allo
scontro e arrestare coloro che vi erano coinvolti di qualunque
fazione fossero.
Villani, Pacino di Bonaguida,
Giano Della Bella Gonfalone di Giustizia di Firenze, oggi
Veniamo ora alla storia dei parenti acquisiti di Dante, quella
famiglia dei Donati, a cui apparteneva la moglie, Gemma Donati, alla quale il Poeta
era stato promesso in matrimonio fin da adolescente.
Dall'unione nacquero quattro figli, Giacomo, Giovanni, Pietro
e Antonia. Dante era anche imparentato alla lontana con i
figli del Cavaliere Simone Donati che vivevano in questa
piazza: Corso, Forese, Ravenna e Piccarda, fino a quando ella
si fece monaca nel convento delle Clarisse dall'altra parte
dell'Arno; ciascuno di questi familiari sono citati nelle
cantiche della Commedia. Dante Alighieri e Forese
Donati avevano prima scritto tenzoni scurrili, dispute in
poesia l’uno contro l’altro e poi Dante immagina di
incontrarlo in Purgatorio
XXIII. Il commosso incontro con Piccarda, che Corso
Donati strappò a forza dal convento, costringendola al
matrimonio, avienne in Paradiso
III, nella sfera della luna incostante, perché aveva
dovuto infrangere i suoi Voti religiosi.
Maria Grazia Beverini Del Santo, Piccarda Donati nella storia
del Monastero di Monticelli (Firenze: Pagliai, 2007).
Dante allude vagamente a Corso nella Commedia, in Purgatorio
XXIV.82-87 dove lo descrive smembrato per essere stato
trascinato da un cavallo a San Salvi dopo essere fuggito da
questa piazza minacciato dai fiorentini inferociti, il 6
ottobre 1308. Il bellicoso Corso fu uomo forte e valoroso in
tutte le imprese di guerra di Firenze, la sua carriera
consistette in cariche politiche e militari, fu podestà in
numerose città come Pistoia, Parma e Treviso, mentre in patria
divenne il capo tirannico della fazione dei Guelfi Neri,
liberando anche dal carcere i criminali per averne aiuto e
sostegno. Dante, quando fu Priore, dal 15 giugno al 15 agosto
1300, in ottemperanza agli Ordinamenti di Giustizia di Giano
Della Bella dovette esiliare
sia Corso Donati, suo nemico Guelfo Nero, che Guido Cavalcanti, suo amico Guelfo
Bianco e compagno poeta, che morì tragicamente per febbre
quell'agosto; Corso poi, per eterna inimicizia e vendetta a
sua volta fece esiliare Dante nel 1302. Giovanni Villani e
Dino Compagni chiamano Corso Donati un nuovo "Catilina" dal
nome del bel, nobile e violento traditore di Cicerone e della
Repubblica Romana, mentre Pacino di Bonaguida, che illustrò
anche copie della Commedia, descrive quel difficile
momento della storia di Firenze nel manoscritto Vaticano della
Nuova Cronica di Giovanni Villani, con due scena: la
prima, in cui si vede Corso che libera i criminali dalle
Stinche (il carcere vicino 43.
Santa Croce), la secondo, in cui è rapresentata la sua morte
oltre le mura della città.
Giovanni Villani, Nuova Cronica,
Pacino di Bonaguida Carcere delle Stinche, Domenico Ghirlandaio, 24.
Oratorio di San
Martino
Carcere delle
Stinche prima di 1833
demolizione
Giovanni Villani, Nuova Cronica, Pacino di
Bonaguida, Morta di Corso Donati
L'unica piccola
porta della massiccia prigione delle Stinche, costruito nel
1300 con le pietre della distrutta torre ghibellina della
famiglia di Farinata
Degli Uberti, fu chiamata 'Porta della Miseria'. Ghirlandaio
in seguito l'affrescò con la sesta delle Sette
Opere di Misericordia,
visitare i carcerati, dove mostra il 24.
Buonuomo di San Martino - i
Buonomini si incontravano ogni settimana per spartire il
denaro da distribuire ai bisognosi nell'oratorio accanto alla
casa di Dante - che riscatta i prigionieri detenuti per brutti
debiti. Dante potrebbe aver ricordatoe la sua porta con la
Porta dell'Inferno III.
Oltre
il bordo della mappa. In Piazza San Salvi, lapide sulla
parete della chiesa, con lo stemma di Firenze e lo
stemma dei Donati, e il riferimento a Corso Donati e
alla sua violenza. Lettura 9 ♫
"Or va", diss'el, "chè quei che più n'ha colpa, vegg'io a coda d'una
bestia tratto inver la valle oue mai non
si scolpa. La bestia ad ogni passo va più ratto crescendo sempre,
finch'ella il percuote, e lascia il corpo vilmente
disfatto.
Risaliamo ora Borgo degli Albizzi fino ad incontrare via del
Proconsolo. Svoltiamoa a destra in via del Proconsolo, quindi
prendiamo la prima a sinistra per arrivare in via delle
Oche. Cammineremo ora boustrophedon (come l'andamento dei
buoi che arano un campo avanti e indietro) per via delle Oche,
verso via Calzaiuoli, poi lungo via del Corso verso via del
Proconsolo di nuovo al 20.Bargello, alla 21.
Badia e su per via Dante e Tavolini e 30. Orsanmichele. Dante, in Paradiso XVI disserta su
Firenze con il suo trisavolo fiorentino Cacciaguida che
partecipò alla Seconda Crociata, ricordando insieme a lui le
viuzze dell'antico centro e tutti questi famiglie fiorentine
vicini che vi abitavano, come si fa nei sogni, come doveva fare
Joyce, anche lui in esilio, con la sua città di Dublino, in Ulysses.
Di seguito presentiamo gli edifici, plazzi, chiese, case torri,
vedremo anche lo stemma e leggeremo i versi apposti sulle lapidi
in marmo per decisione del Comune nel 1900. Ogni lapide riporta
una citazione tratta da una delle tre cantiche della Commedia.
Recentemente sono state restaurate dal Comune, mentre altri sono
andate perdute.
. . . NON DEE PARER MIRABIL COSA CIO CH'IO DIRO DELLI ALTRI FIORENTINI, ONDE E LA FAMA NEL TEMPO NASCOSA Paradiso XVI.85-87
11.Mappa 1D, Parrini XXI, Tassinari XXI. In
via della Oche, 20 rosso, alla tua destra, su quel che resta della
Torre dei Visdomini, i versi di Dante accennano alla loro
chiesetta, ora all’ombra del grande Duomo. Lettura 30 ♫
VISDOMINI COSI FACEAN I PADRI DI COLORO CHE, SEMPRE CHE LA CHIESA VOSTRA - VACA, SI FANNO GRASSI, STANDO A CONSISTORO.
Giungiamo ora in via Calzaiuoli, prima chiamata
via Adimari, da lì si svolta a sinistra per giungere alla
moderna piazza della Repubblica, edificata all'epoca di Firenze
capitale; per questo abbattendo gran parte della Firenze
medievale. Giriamo ancora a sinistra lungo via degli Speziali
che diventà via del Corso.
13. via Speziali
Alighieri, 14. Torre dei Donati, 15. Piazzetta dei Donati, 17.
Casa dei Portinari, 20.
Bargello
13. Mappa
1C,
Parrini XVI, Tassinari
XVI. In via degli Speziali, 11 rosso, dove
sorgevano le case degli Alighieri. Lettura 27 ♫
Procediamo alla tua sinistra fino a raggiungere
Piazza della Repubblica, svoltando ancora a sinistra in via
degli Speziali, 11 rosso, per trovare alla tua destra il luogo
dove un tempo sorgevano le case degli Alighieri. Questa via
diventa via del Corso (dal "cursus" in latino), così chiamata
dalla corsa che vi si faceva.
GLI ANTICHI MIEI ED IO NACQVI NEL LOCO DOVE SI TRVOVA PRIA L'VLTIMO SESTO DA QVEL CHE CORRE IL VOSTRO ANNVAL GIVOCO. Paradiso XVI.40-42
14. Mappa 1D Parrini
XII. In via del Corso, 31, rosso, su quel che resta della Torre
dei Donati. Lettura, 25♫
DONATI . . . IL LVOGO, V' FVI A VIVER POSTO DI GIORNO IN GIORNO PIV' DI BEN SI SPOLPA, ED A TRISTA RVINA PAR DISPOSTO. . . . QVEI CHE PIV' N'HA COLPA VEGG'IO A CODA D'VNA BESTIA TRATTO IN VER LA VALLE OVE MAI NON SI SCOLPA".
Purgatorio
XXIV.79-84
Qui anche troviamo l'arco della Piazza de' Donati, un altro ramo
della famigli, il ramo di Gemma Donati, dove Dante probabilmente
giocava da ragazzo. Al tempo del Covid, si poteva cenare sotto
le stelle alla ‘Trattoria del Pennello’. Qui abbiamo letto la Commedia
e la Vita nova, poi
cenando. E sì, questa è la mia bicicletta, in parte nella foto.
15. Il
prossimo arco conduce alla chiesa di Santa Margherita dei
Cerchi, dedicata a Santa Margherita d'Antiochia, santa
protettrice del parto (che è proprio in fondo alla strada dalla
falsa Casa di Dante e Museo Casa di Dante), dove Beatrice
Portinari nel 1286 andò in sposa all’età di vent'anni a Simone
de’ Bardi. Ella morì quattro anni dopo, l'8 giugno 1290, e
sarebbe stata sepolta con la famiglia dei Bardi in 43. Santa Croce, mentre le tombe
dei Portinari si
trovavano in questa piccola chiesa. Le tombe di
Folco Portinari e di Monna Tessa sono ora all' 9. Ospedale di Santa Maria
Nuova.
Poi torna ancora a via del Corso.
16.Mappa 1D Parrini I. In via del
Corso, 18, dove sorgeva la Torre degli Adimari. Lettura 26 ♫
‘Philippus Arçenti’ è elencato come
sepolto a Santa Maria Reparata con Brunetto Latino, Guido
Cavalcanti e Betto Brunelleschi nella Necrologia della
Compagnia dei Laudesi di Orsannmichele custodito nell’Archivio
di Santa Maria del Fiore.
CAVICCIVLLI TVTTI GRIDAVANO -A FILIPPO ARGENTI!- E'L FIORENTINO SPIRITO BIZZARRO IN SÈ MEDESMO SI VOLVEA CO' DENTI.
17.Mappa 1D, Parrini
XIII, Tassinari XIII. In via del Corso, 6, alla tua sinistra, dove
sorgevano le case dei Portinari. Lettura 24♫
Folco
Portinari, banchiere, padre di Beatrice, fondò l’8.Ospedale di Santa Maria Nuova, mentre la
nutrice di Beatrice, Monna Tessa, fondò l’attiguo Ordine delle
Oblate, Ordine impeganto nell'assistenza dei malati e dei
moribondi, così come la Misericordia presso il Duomo si
adoperava per il trasporto dei malati e moribondi e seppelliva i
morti, Dante in precedenza aveva celebrato la famiglia de'
Portinari nella Vita nova. Su questa lapide sono
riportati i versi con cui il Poeta descrive l’apparizione di
Beatrice in Purgatorio XXX, nei
colori che sarebbero diventati la bandiera nazionale dell’Italia
nel Risorgimento.
PORTINARI SOVRA CANDIDO VEL , CINTA D'ULIVA, DONNA M'APPARVE SOTTO VERDE MANTO VESTITA DEL COLOR DI FIAMMA VIVA.
18.Mappa 1D.
Parrini XV. In via del Corso, via del Proconsolo, alla tua destra,
dove sorgevano le case dei Ravignani. Lettura 22 ♫
BELLINCION BERTI VID'IO ANDAR CINTO DI CVOIO E D'OSSO, E VENIR DALLO SPECCHIO LA DONNA SVA SANZA IL VISO DIPINTO. Paradiso XV.112-114
19.Mappa 1D, Parrini
XVII. In via del Corso, 4 rosso, alla tua sinistra dove sorgevano
le case dei Cerchi. Lettura 23 ♫
LA PORTA, CH'AL PRESENTE E CARCA DI NUOVA FELLONIA, DI TANTO PESO, CHE TOSTO FIA IATTVRA DELLA BARCA. Paradiso XVI.
94-96
IL BARGELLO
20. Ora
voltiamo in via del Proconsolo. Camminando alla tua sinistra
arriviamo al Bargello, allora il Palazzo del Podestà. Il Podestà
era un forestiero assunto con un contratto a tempo determinato
(questo come il Presidente americano), che doveva giurare di
sostenere e ottemperare alla Costituzione, gli Statuti, portando
con sé soldati, avvocati e giudici, con i quali amministrare la
giustizia, impedire la criminalità, riparare strade e ponti,
prendersi cura delle vedove e degli orfani. Questa parte della
città di Firenze con il 20.
Bargello, 22. La Torre della Castagna, e 40.Palazzo Vecchio, allora Palazzo del
Popolo, è dedicata al suo governo, allo Stato, più che alla
Chiesa, alla Giustizia, integrata dalla Misericordia.
Nel 1255 il Primo Popolo della Città di Firenze
pieno d’orgoglio appose questa lapide [Mappa 2D] sulla facciata del
Bargello, le cui parole furono scritte dal maestro di Dante, Brunetto Latino, riprendendo le
parole di Lucano. Quell’orgoglio sarebbe stato cancellato alla
Battaglia di Montaperti nel 1260, e Brunetto fu costretto ad
andare in esilio in Spagna e poi in Francia.
♫
+SUMMALEXANDER S[AN]C[TU]SQUE[M] MVNDVS ADORAT CV[M] PASTOR MV[N]DI REGNABA[N]T REX[QVE] GVIELMVS. ET CV[M] VIR SPLENDE[N]S ORNATVS NOBILITATE DE MEDIOLANO DE TVRRI SIC ALAMANNVS VRBEM FLORENTE[M] GAVDENTI CORDE REGEBAT MENIA TVNC FECIT VIR CO[N]STA[N]S ISTA FVTVRIS. QVI PREERAT P[O]P[V]LO FLORENTI BARTHOLOMEVS MA[N]TVA QVEM GENVIT COGNOMINE DENVVVLONO FVLGENTE[M] SENSV CLARV[M] PROBITATE REFVLTUM QUE[M] SIGNA[N]T AQVILE REDDV[N]T SVA SIGNA DECORVM INSIGNVM P[O]P[V]LI QUOD CO[N]FERT GAVDIA VITE ILLIS QVI CVPIVNT VRBEM CONSVRGERE CELO
QVAM FOVEAT [CHRISTV]S CO[N]SERVET FEDERE PACIS EST QVIA CV[N]CTORUM FLORENTIA PLENA BONORV[M]. HOSTES DEVICIT BELLO MAGNO[QUE] TVMVLTV GAVDET FORTVNA SIGNIS POPVLO[QUE] POTENTI FIRMAT EMIT FERVENS STERNIT NV[N]C CASTRA SALVTE
QVE MARE QVE TERRA[M] QUE
TOTV[M] POSSIDET ORBEM. PER QVAM REGNANTE[M] FIT FELIX TVSCIA TOTA TA[M]QUA[M] ROMA SEDET SEMPER DVCTVRA TRIVMPHOS.
OMNIA DISCERNIT CERTO SVB IVRE CONHERCENS ANNIS MILLENIS BIS CENTVM STANTIBUS ORBE PENTA DECEM IVNCTIS [CHRIST]I SVB NOMINE
QVIN[QUE] CUM TRINA DECIMA TVNC TE[M]PORIS INDITIONE.
che Dante riecheggerà nel canto di Ulisse,
Inferno
XXVI
Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande
che per mare e per terra
batti l'ali,
e per lo 'nferno tuo nome si spande!
ASF, Libro di Montaperti, fol.
33r
Biblioteca Vaticana L.VIII.296, fol. 92r, Villani, Nuova
Cronica, Montaperti
Brunetto
Latino. Prima di partire per la Spagna, aveva scritto pagine di
suo pugno nel Libro di Montaperti, che oggi è conservato
nell’Archivio di Stato fiorentino insieme al Libro del
Chiodo. Questo manoscritto di Villani è miniato da Pacino
di Bonaguida che avrebbe anche miniato manoscritti della
Commedia per l'officina di Francesco da Barberino.
IL LIBRO DEL CHIODO
IL LIBRO DELL' ESILIO
Dante trasformerà il Libro del Chiodo
del 1302 (il Libro del suo Esilio), nella Commedia, il
Libro del Pellegrinaggio, così come anche Brunetto aveva
convertito il Libro di Montapeti nel Tesoretto,
nel Livres dou Tresor e nel Tesoro. Il Libro
del Chiodo, prima conservato al Bargello, ora
nell’Archivio di Stato in Piazza Beccaria, condanava all’esilio
e persino alla morte coloro che vi erano nominati, Dante
Alighieri lo era nominato per tre volte.
Gli Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella ponevano come
condizione necessaria che i partecipanti al governo fossero
membri di una delle Arti di Firenze, di una delle corporazioni
delle arti e mestieri, che avessero un sostentamento economico,
e che partecipassero alla sua prosperità, piuttosto che essere
della nobiltà proprietaria terriera e in lotta. Dante, per
partecipare al governo, si iscrisse nel 1295 ad una corporazione
per medici e mercanti di spezie, l’Arte de' Medici e Speziali,
nel cui stemma era della Madonna col Bambino. A questa
corporazione si deve anche la produzione di manoscritti su
pergamena, miniati con pigmenti e rilegati con pelle e metallo.
Dante, dal 15 giugno al 15 agosto 1300, prestò servizio come uno
dei sei Priori, come richiesto dagli Ordinamenti di Giustizia. I
Priori dovevano vivere insieme per due mesi nella 22. Torre della Castagna, per
evitare il pericolo di corruzione, e giudicare nei casi di
violenza. Nel frattempo il partito Guelfo si era diviso tra
Guelfi Neri, violenti al modo dei nobili Ghibellini, e Guelfi
Bianchi che mantennero la tradizione Guelfa come partito per la
pace e la prosperità repubblicana. Durante il suo mandato, il
grande amico di Dante, il Guelfo Bianco Guido Cavalcanti e il
grande nemico di entrambi, il violento Guelfo Nero Corso Donati
vennero alle mani e Dante fu costretto a condannare entrambi
all’esilio. Come risultato Guido al suo ritorno in agosto morì
di febbre contratta durante quell’esilio a Sarsana; Corso,
invece, mai perdonò Dante per averlo condannato all'esilio,
causando a sua volta l’esilio a vita del Poeta. La moglie di
Dante, Gemma Donati, imparentata con Corso Donati, rimase a
Firenze, mentre i loro figli, Giacomo, Giovanni, Pietro e
Antonia, raggiunsero il padre in Veneto, dove Giacomo e Pietro
avrebbero scritto commenti alla Commedia del padre e
Antonia sarebbe diventata monaca a Ravenna, prendendo il nome di
“Beatrice”.
Il Libro del
Chiodo nel quale nel 1302 il Podestà Cante de'
Gabrielli di Gubbio condannò Dante all’esilio, osserva
Francesca Klein, era custodito al Bargello, carcere della
città e sede del Podestà e del Consiglio di Giustizia di
Firenze. Enrico Giannini (la famiglia Giannini sono rilegatori
a Firenze da cinque generazioni) e Daniel-Claudiu Dumitrescu
(il cui nonno era il più grande lavoratore del rame della sua
regione in Romania) insieme hanno riprodotto il facsimile
della coperta dell’infamante Libro del Chiodo in cui
Dante è per tre volte condannato all’esilio o al rogo se fosse
tornato a Firenze. Questa rilegatura contiene l’edizione in
facsimile a cura di Francesca Klein dell’Archivio di Stato
fiorentino, pubblicata dalle Edizioni Polistampa nel 2004. È
esposta al Museo Casa di Dante, mentre un’altra copia è
custodita al Cimitero ‘degli Inglesi’ e sarà donata alla
Società Dantesca Italiana. L’originale che abbiamo visto si
trova ora nell’Archivio di Stato in Piazza Beccaria.
Facsimile della coperta. Il
chiodo è fissato sul retro della coperta.
Fronte della coperta del libro
Pagina 4 1302 'Dante Alleghieri de
sextu Sancti Petri Maioris' è condannato a due anni di esilio
per il reato di baratteria ('super baracteriis, iniquis
extorsionibus et lucris illicitis').
Pagina 15 'Dante Allighierii'
Page 147 'De sextu Porte Sancti
Petri Dante Alleghierij'
Padova, Capella dell'Arena, Giotto, finito,
1305
Bargello, Cappella della Maddalena, scuola giottesca, dopo il
1321
Dopo la morte di Dante in esilio a Ravenna, nel 1321, il suo
compagno di studi Francesco da Barberino, tornato dall’esilio,
credo, fece affrescare questa scena dalla scuola di Giotto con
Dante Alighieri, Corso Donati (patrono di Francesco quando era
Podesà di Treviso negli anni tra il 1304 e il 1308 e che Giorgio
Vasari afferma sia nell'affresco), Brunetto Latino (che insegnò
a Guido Cavalcanti, Dante Alighieri e Francesco da Barberino
negli anni tra il 1280 e il 1290), e il Vescovo Antonio Orso,
personnagi tutti ormai morti, solo lui ancora vivente,
inginocchiato (così come nella Cappella dell'Arena a Padova,
affrescata da Giotto vediamo inginocciato Enrico degli
Scrovegni, il committente e donatore) di fronte al suo compagno
di studi, il loro maestro, e i suoi antichi patroni nella
Cappella della Maddalena del Bargello. Al contempo Francesco
commissionò a Tino da Camaino il sepolcro per il Vescovo Antonio
Orso nel 4. Duomo.
Francesco avrebbe con cura riabilitato la memoria di Dante a
Firenze, facendo in modo che dalla sua casa editrice fiorentina
uscissero cento manoscritti (i "Danti del Cento") della Commedia,
due dei quali da lui stesso firmati. I condannati a morte
dovevano trascorrere la notte prima dell’esecuzione in preghiera
in questa Cappella della Maddalena.
Ora dal 20.
Bargello torniamo alla 21.
Badia alla nostra sinistra, l’antico monastero fondato dalla
madre del Conte Ugo, i cui monaci avrebbero cantato in canto
gregoriano quei salmi e quegli inni che Dante avrebbe udito
e poi inserito nella Commedia.
21
Badia, 23 Torre della
Castagna, 24 Chiesa di
San Martino, 25 Casa di
Dante, 29 Cavalcanti, 30 Orsanmichele, 39 Piazza Santa Felicita, 40 Palazzo del Popolo
LA BADIA
21. La
Badia Mappa 1D.
Parrini XXIV. In via del Proconsolo, Badia, 17 rosso.
Entriamo nella porta salendo i gradini, poi giriamo a destra lungo
il chiostro fino all’altra sua porta in via Dante Alighieri.
Lettura 21 ♫
VGO DI TOSCANA CIASCVN CHE DELLA BELLA INSEGNA PORTA DEL GRAN BARONE, IL CVI NOME E'L CVI PREGIO LA FESTA DI TOMMASO RICONFORTA DA ESSO EBBE MILIZIA E PRIVILEGIO. Paradiso XVI.137-139
Codice Rustici
Bigallo
Biadaiuolo
Umiltà
Duomo Oggi
Là da ragazzo Dante avrebbe sentito suonare le campane della 21. Badia e i monaci cantare
alla Terza e alla Nona, alle nove e poi alle tre, la terza e la
nona ora del giorno. Gli altri loro Uffici di Preghiera
sarebbero stati le Lodi, il Mattutino, la Sesta, i Vespri e la
Compieta, così come la Messa. Quando abbiamo eseguito la Musica
della Commedia nei concerti dell'Ensemble
San Felice di Federico Bardazzi abbiamo usato i manoscritti
dell’epoca di Dante di Santa Reparata e non solo. Dante nella Vita
nova V afferma di aver visto Beatrice proprio qui. Più tardi Boccaccio avrebbe tenuto
pubbliche lezioni sulla Commedia di Dante nella
Cappella di Santo Stefano della Badia e Filippino Lippi
avrebbe realizzato questo dipinto della visione della Vergine
di San Bernardo, che gli dice cosa scrivere nel suo commento
al Cantico dei Cantici di Salomone. Che Dante evocherà
in Paradiso XXXIII. Map 1D.
22.Mappa 2D, Parrini
XIV. In via Dante Alighieri, 1, alla tua sinistra uscendo dalla
chiesa della 21. Badia. Lettura 19 ♫
FIORENZA DENTRO DALLA CERCHIA ANTICA, OND'ELLA TOGLIE ANCORA E TERZA E NONA, SI STAVA IN PACE, SOBRIA E PVDICA.
Una mappa dei luoghi legati a Dante in marmo che
necessita di restauro è posta sul muro di sinistra poco prima
della Torre della Castagna.
LA TORRE DELLA CASTAGNA
23.
La Torre della Castagna alla tua sinistra (Torre dei Priori),
era la sede del governo del Comune di Firenze al tempo di
Dante. Le votazioni
si svolgevano utilizzando sacchetti con le castagne dentro,
da cui deriva il nome della Torre dei Priori.
Mappa 2D. Le parole di Dino Compagni sono sulla lapide sulla
Torre della Castagna, Piazza San Martino dove Folco Portinari,
Brunetto Latino, Dante Alighieri, Dino Compagni e Francesco da
Barberino avevano tutti servito come Priori. Dante, ricordiamo,
durante i suoi due mesi di ufficio, aveva esiliato il suo amico,
Guido Cavalcanti, e il loro violento nemico Corso Donati. Guido
morì di febbre da quell’esilio.
3 luglio 1292 Ordinamenti di Giustizia di Giano Della
Bella. I miracoli della Vergine hanno avuto inizio nel tabernacolo
di Orsanmichele. Guido Cavalcanti scrive di questi miracoli
nel suo sonetto.
1295 Dante si iscrive all’Arte de’ Medici e Speziali.
Dal 15 giugno al 15 agosto 1300, Dante è uno dei Priori di Firenze
nella 23. Torre della
Castagna, vicino a Orsanmichele. Questi Priori, secondo gli
Ordinamenti di Giustizia, condannano all'esilio Corso Donati e
Guido Cavalcanti, che muore in agosto di malaria.
E chiamoronsi Priori dell'Arti e stettono rinchiusi nella torre della Castagna appresso alla Badia, acciò non temessono le minacce de' potenti
Dino Compagni, Cronica
LA CHIESA DI SAN MARTINO
24.
La Chiesa di San Martino, dall’altra parte della 23. Torre della Castagna e della
casa di Dante, fu probabilmente fondata da monaci irlandesi. Dante, ventenne, sposò in questa
chiesa Gemma Donati nel 1285. In epoca più tarda
rispetto al tempo di Dante il Vescovo Antonino vi avrebbe
fondato la Congregazione dei Buonuomini di San Martino; la
chiesa sarebbe stata affrescata dal Ghirlandaio con le Sette Opere di Misericordia 1. Dar
da mangiare agli affamati, 2. Dar da bere agli assetati, 3.
Vestire gli ignudi, 4. Alloggiare i pellegrini, 5. Visitare gli
infermi, 6. Visitare i carcerati, 7. Seppellire i morti, che
rispecchiando le scene nei medaglioni dell’affresco della
Madonna della Misericordia, ora al Bigallo. Come la Misericordia
e l’Ospedale di Santa Maria Nuova
esistono tutt'oggi quali fondazioni caritatevoli per aiutare i
malati, i moribondi e i morti, così questa piccola chiesa è
ancora un esempio dell’opera attiva di Firenze per rendere
concrete le Sette Opere di
Misericordia. Osserva sulla tua destra una buca
all’interno di una croce di metallo per offrire del denaro, la
"Buca delle limosine", e sulla tua sinistra una buca in marmo
per le lettere con le richieste di aiuto "Per le istanze". Puoi
ancora dare loro l’elemosina, e su quanto raccolto i dodici
Buonuomini di San Martino si riuniscono per discutere ogni
venerdì per discutere e dare poi aiuto ai
poveri meritevoli segnalati loro nelle lettere consegnate.
L’unica fondazione/confraternita medioevale e rinascimentale non
più attiva è 30. Orsanmichele, edificio in origine
destinato a granaio per sfamare persino il nemico in tempo di
carestia. Sono state queste confraternite laiche del Medioevo e
del Rinascimento, le Misericordie e le Compagnie dei Laudesi, a
creare la grande arte di Firenze, non la Chiesa, non i Medici.
Esse costituiscono ancor oggi cla "struttura morale" della
città. Esse derivano dai Vangeli e dall’Etica Nicomachea
di Aristotele, introdotta dal multiculturalismo della Spagna,
dalla cultura araba che preservò la filosofia greca, insegnata
da Brunetto nel suo Tesoro e da Dante, suo discepolo,
nella Commedia.
LA CASA DI DANTE 25. La casa di
Dante alla tua destra
Mappa 2D,
Parrini VIII, Tassinari
VIII. In Via Dante Alighieri, 2, Casa di Dante, Il Pennello,
alla tua destra. Lettura 20
♫
. . . I' FVI NATO E CRESCIVTO SOVRA 'L BEL FIVME ARNO ALLA GRAN VILLA.
È qui che Dante
scrisse la Vita
Nova, presentandola un giorno di Pasqua al suo
maestro, Brunetto Latino, con il sonetto che la accompagnava:
"Messer Brunetto, questa pulzeletta". Dietro la vera casa di
Dante, c'è la Piazza dei Donati che può essere raggiunta
attraverso la Trattoria del Pennello, dove Dante, il suo
fratellastro Francesco e la sua sorellastra Tana avrebbero
giocato, e poi i suoi figli, Antonia, Giacomo, Giovanni e
Pietro, dopo il suo matrimonio con Gemma Donati. I mobili
della casa sarebbero stati saccheggiati all’esilio di Dante
dai suoi vicini, come gli Adimari, in particolare da 16. Filippo Argenti, Inferno
VIII.61-63, ma la casa non venne distrutta perché la famiglia
di Gemma le permise di continuare a vivere lì poiché era una
Donati della famiglia dei Guelfi Neri di Corso Donati.
L'attuale Museo Casa Di Dante è un falso storico, costruito
all'inizio del Ventesimo secolo, ma questo edificio è quello
che il figlio di Dante, Pietro Alighieri, ha lasciato alla
Compagnia Dei Laudesi di Orsanmichele, ed è quello mostrato da
Leonardo Bruni, egli ci dice, al pronipote di Dante, Leonardo
Alighieri: Lionardo [Leonardo Alighieri, bisnipote di
Dante] venne A Firenze con altri giovani veronesi, bene in
punto e onoratamente; e me venne a visitare, come amico
della memoria del suo proavo Dante; ed io gli mostrai le
case di Dante e de’ suoi antichi, e diegli notizia di molte
cose a lui incognite, per essersi stranato lui e i suoi
della patria, e che Firenze aveva sempre saputo essere
la casa di Dante sin dal 1865, Della
Casa di Dante: Relazione con Documenti al Consiglio
Generale del Comune di Firenze, Firenze: Le Monnier,
1865.
La vera casa di Dante, 1872
La vera casa 10
Falsa Casa di Dante
Stemma degli Alighieri e lapide sopra
la porta della vera casa di Dante
Vediamo questa stessa architettura della porta nei
pannelli dipinti da Lorenzetti che mostrano scene della vita di
Santa Umiltà, contemporanea di Dante.
Incisione, 1865
La vera Casa di Dante si
trova accanto alla Trattoria del Pennello, con una parte
all'interno della Galleria d'Arte oltre l'arco nell'immagine.
Nella parte superiore si trovano le stanze dell'attuale Museo
Casa di Dante - dove Dante avrebbe scritto la Vita nova,
ma che ora sono usate per le proiezioni - ed una scala ormai
bloccata oltre la porta in via Dante Alighieri. L'altra parte,
con l'ingresso, scala e altre sale del Museo Casa di Dante in
via Santa Margherita e dove è allestito il letto e o stuidolo di
Dante, è falsa, ideata nel novecento.
La parte dopo l'arca è della vera Casa di Dante.
Sopra, nel Museo Casa di Dante, nella sala del proiettore
della Battaglia di Campaldino, è la camera dove Dante avrebbe
scritto la Vita nova.
26.Map 2D, Parrini
XVIII, Tassinari XVIII. In via dei Tavolini, angolo con via dei
Cerchi, alla tua sinistra, dove sorgeva la Torre dei Galigai.
Lettura 16 ♫
GALIGAI . . . ED AVEA GALIGAIO DORATA IN CASA SVA GIA L'ELSA E'L POME.
27.Mappa 2D,
Parrini XXV, Tassinari XXV. In via dei Cerchi, via dei Tavolini,
alla tua destra, sorgeva la Torre dei Della Bella. Lettura 18 ♫
CIASCVN CHE DELLA BELLA INSEGNA PORTA DEL GRAN BARONE . . . . . . DA ESSO EBBE MILIZIA E PRIVILEGIO AVVEGNA CHE CON POPOL SI RAVNI OGGI COLVI CHE LA FASCIA COL FREGIO.
Paradiso XVI.
127-128, 130-132 28. Mappa 2D, Parrini
IX, Tassinari IX. In via dei Tavolini, 8, su quel che resta delle
case degli Abati. Lettura 17
♫
ABATE PIANGENDO MI SGRIDO PERCHÉ MI PESTI? SE TV NON VIENI A CRESCER LA VENDETTA DI MONTAPERTI, PERCHÉ MI MOLESTE? . . . . . . VN ALTRO GRIDO - CHE HAI TV, BOCCA? NON TI BASTA SONAR COLLE MASCELLE SE TV NON LATRI? QUAL DIAVOL TI TOCCA?!
La madre di Dante, Bella degli Abati, era di questa famiglia.
In queste due terzine Dante calpesta un'anima perduta immersa
nel ghiaccio nella parte più profonda dell'Inferno,
destinata ai traditori. Segue un dibattito, che echeggia
l'incontro con Pier delle Vigne, Dante si offre di nominarlo e
ricordarlo nel suo poema, ma quest'anima è desiderosa di
rimanere senza nome. Un altro dannato lo identifica come il
ghibellino Bocca degli Abati, che si unì ai Guelfi, fingendo
di essere dalla loro parte, poi mozzò la mano del loro
portainsegna, di colui che portava il loro vessillo,
provocandone la sconfitta. Dante non era ancora nato all'epoca
dell'agguato di Montaperti anche se Brunetto, suo maestro, fu
strettamente coinvolto nella vicenda.
29.Mappa 2D, Parrini
II. Svolta a sinistra in via Calzaioli, 11 rosso, poco oltre 30. OrSanmichele,
queste alla tua sinistra sul Palazzo dei Cavalcanti. Lettura 15 ♫
CAVALCANTI . . . SE PER QVESTO CIECO CARCERE VAI PER ALTEZZA D'INGEGNO, MIO FIGLIO OV'E? PERCHE NON È TECO? ED IO A LVI DA ME STESSO NON VEGNO COLVI CVI GVIDO VOSTRO EBBE A DISDEGNO.
Guido Cavalcanti,
più vecchio di Dante di dieci anni, fu, con lui, un
esponente fondamentale del movimento poetico de Fedeli
d'Amore, e di loro "dolce stil novo". Dante creò la Vita
nova parlando di sé e del suo amore adultero/cortese
per Beatrice, Cavalcanti le sue rime con il suo per
Giovanna, quando entrambi erano sposati, Cavalcanti
all'omonima figlia di Farinata
degli Uberti, Beatrice, Dante a Gemma Donati. Guido Cavalcanti, tra le tante liriche, aveva scritto
un sonetto su Orsanmichele, di come
la sua Madonna compisse, in ambiente laico, così tanti miracoli,
che i Frati di 43. Santa
Croce e 1. Santa Maria
Novella ne erano invidiosi.
'Una figura della Donna mia', 1292
Una figura
della Donna mia
s'adora, Guido, a San Michele in Orto,
che, di bella sembianza, onesta e pia,
de' peccatori è gran rifugio e porto.
E qual con devozion lei s'umilìa,
chi più languisce, più n'ha di conforto:
li 'nfermi sana e' domon' caccia via
e gli occhi orbati fa vedere scorto.
Sana 'n publico loco gran langori;
con reverenza la gente la 'nchina;
d[i] luminara l'adornan di fòri.
La voce va per lontane camina,
ma dicon ch'è idolatra i Fra' Minori,
per invidia che non è lor vicina
ORSANMICHELE 30. Torniamo
su via Calzaiuoli verso Orsanmichele, prima cammina tutto
intorno al suo esterno, poi entriama nella chiesa con il
tabernacolo della Madonna col Bambino, procediamo attraversando
la strada fino al Palazzo dell’Arte della Lana di fronte (l’Arte
della Lana commerciava panni e lana con l’Inghilterra e edificò
il 4.Duomo) e saliamo la sua grande scalinata per
arrivare al cavalcavia e accedere al primo e secondo ultimo
piano di Orsanmichele. Orsanmichele è aperta ai visitatori e
gratuita il lunedì. Mappa
2D.
Orsanmichele, prima della pulitura, con
Libro del BiadaioloLas Cantigas de Santa Maria
candeli e una macchina elettrica per la luce.
Orsanmichele, dopo la
pulitura
Las Cantigas de Santa Maria,
una copia donata a Firenze dal re Alfonso
Orsanmichele, edificata come
granaio per sfamare persino i nemici, come Siena e Pisa, in
tempo di carestia, in riparazione del crimine di guerra di
Firenze dell’embargo delle derrate alimentari contro Pisa che
portò Ugolino al cannibalismo sui suoi figli in Inferno XXIII.
Il suo tabernacolo è modellato sulla Madonna in un tabernacolo
de Las Cantigas de Santa Maria di Alfonso el Sabio, il
libro dato a Firenze e Brunetto Latino dal re Alfsono X el Sabio
e ora custodito nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
La corporazione di Dante, l’Arte dei Medici e Speziali, aveva
come suo emblema la Madonna col Bambino. Arnolfo di Cambio
scolpì l’Anima della Vergine come una bambina, la Sapienza, la
Figlia di Dio, portata in Cielo da Cristo su Santa Reparata.
Rappresentazione tutti usati da Dante in Paradiso XXXIII, 'Vergine Madre,
Figlia del tuo Figlio'.
Può essere utile avere a portata di mano una
cronologia relativa a questi eventi in connessione con
Orsanmichele:
1260-1266 Brunetto Latino va in
ambasceria presso Alfonso X el Sabio, dopo aver scritto
diversi fogli ed essere stato spesso menzionato nel Libro
di Montaperti, poi è in esilio in Francia. Dopo Alfonso
X el Sabio, aspirando alla corona di Imperatore del Sacro
Romano Impero, invia a Firenze una copia regale delle Cantigas
de Santa Maria con i miracoli della Vergine in un
tabernacolo (BNCF MS Banco Rari 20). Brunetto invia a lui una
copia della Seconda Redazione de Li Livres dou Tresor,
ora Escorial MS ii.I.3.
1264 Nascita di Francesco da Barberino
1265 Nascita di Dante Alighieri
1284 4 Aprile Morte del Re Alfonso X el Sabio. 13 Ottobre La
Lega Toscana di Firenze, Genova e Siena, con “ser Brunetto Latino” come
ambasciatore, è apparentemente alleata contro Pisa per
compiacere Carlo d’Angiò, ASF, Capitoli di Firenze, Reg.43,
fols. 34r-37v, 85r-87v.
1284-1288 Pisa, bloccata e affamata, scopre il tradimento di
Ugolino della Gherardesca e Firenze, e mette in prigione
Ugolino e la sua progenie (Inferno 32.124-139 - 33.1-108; G.
Villani, Cronica, VII. civ).
1289 18 Marzo 1289 Si scopre che Ugolino della Gherardesca, i
suoi due figli e due nipoti sono morti di fame e cannibalismo.
22 Marzo 1289, 7 Dicembre 1291, 17 Luglio 1292, il Comune di
Firenze stabilisce una riparazione per il Conte Guelfo, unico
figlio sopravvissuto di Ugolino a questo crimine di guerra.
1291 3 Luglio gli Ordinamenti di Giustizia di Giano Della Bella. I Miracoli
della Vergine nel tabernacolo di Orsanmichele hanno inizio, Guido Cavalcanti scrive di questi
miracoli nel suo sonetto.
1294 La morte e seppellimento di Brunetto Latino con la
Compagnia dei Laudesi di Orsanmichele accanto Santa Reparata.
1295 Dante si iscrive all’Arte de’ Medici e Speziali.
1300 15 giugno-15 agosto, Dante è uno dei sei Priori di
Firenze nella 23. Torre della
Castagna, vicino a Orsanmichele. Questi Priori, secondo
gli Ordinamenti di Giustizia, devono esiliare Corso Donati e Guido Cavalcanti, che muore in agosto
di malaria ed è sepolto con la Compagnia dei Laudesi di
Orsanmichele accanta Santa Reparata.
1302 Il Libro del Chiodo con le condanne contro i
Guelfi Bianchi da parte dei Guelfi Neri, il loro capo, Corso Donati, è conservato nel
Palazzo del Podestà, vicino a Orsanmichele. Dante e Francesco
sono essi stessi esiliati. Francesco va a Padova dove Giotto
sta affrescando la Cappella dell’Arena.
1304 Orsanmichele è distrutta in un incendio, e poi
riedificata.
1304-1308 Francesco da Barberino è Notaio di Corso Donati che è eletto Podestà a
Treviso. Francesco commissiona per il Palazzo del Vescovo di
Treviso l’affresco ora andato perduto sulla Giustizia,
Misericordia e Coscienza. È probabilmente durante questo
periodo che Dante inizia la Commedia.
1310-1313 Enrico VII di Lussemburgo è Imperatore del Sacro
Romano Impero. Dante Alighieri e Francesco da Barberino
insieme scrivono a lui Epistole Latine. Dante compone il De
Monarchia. Il Manoscritto BML Plut. 89 inf. 41, in
Latino, che si apre con immagini del Papa e dell’Imperatore, e
il bildercodex BRicc MS 1538, in Italiano, riccamente
miniato dal “Maestro degli Antifonari di Padova” e dal
“Maestro del Graziano di Napoli” sono terminati nel 1313.
Entrambi i manoscritti contengono testi di Brunetto Latino e
sembrano essere scritti da Francesco da Barberino.
1313 Francesco è inviato in molte ambascerie per il Doge
Giovanni Soranzo di Venezia ed è associato con la famiglia
ducale Dandalò, forse copia per loro la Prima Redazione de Li
Livres dou Tresor, Verona, Biblioteca Capitolare MS
DVIII. Come “clericus conjugatus” (clerico sposato),
diventa Dottore in Legge.
1318 Francesco ritorna a Firenze con la sua seconda moglie e i
figli di entrambi i matrimoni.
1321 Morte di Dante Alighieri a Ravenna. Francesco da
Barberino commissiona la tomba nel Duomo per il suo patrono,
il Vescovo Antonio D’Orso,
scolpita da Tino da Camaino. Cerca di riabilitare la memoria
di Dante a Firenze con l’Officina dei “Danti del Cento” che è
attiva fino alla sua propria morte. Forse commissiona
l’affresco della Cappella della Maddalena di Brunetto, Corso,
Dante e sé stesso.
1321-1335 II Libro di Biadaiolo rileva che il granaio
di Orsanmichele sfama persino Siena e Pisa in tempo di
carestia, ed è illustrato dal “Maestro delle Effigi
Domenicane”.
1322-1345 La Cronica nuova di Giovanni Villani è
illustrata da Pacino di Bonaguida.
1337 Orsanmichele è nuovamente riedificata.
1347 Bernardo Daddi dipinge la Madonna col Bambino, copiando
la versione originale.
1348 Monna Biancia, figlia di ser Brunetto
Latino, vedova di Guido di Filippo da Castiglionchio,
lascia un terzo del suo patrimonio alla Compagnia dei Laudesi di Orsanmichele.
1350 La figlia di Dante Alighieri, Antonia, ora monaca a
Ravenna col nome di “Beatrice”, riceve dieci fiorini d’oro dal
Boccaccio a nome della Compagnia
dei laudesi di Orsanmichele.
1357 Il tabernacolo di Andrea Orcagna è realizzato per il
dipinto di Bernardo Daddi.
1358 Monna Biancia muore,
Orsanmichele riceve il suo lascito.
1364 Il figlio di Dante, Pietro Alighieri, lascia la Casa di
Dante alla Compagnia dei Laudesi di Orsanmichele
1367 23 giugno Uun manoscritto del Roman de la Rose
viene venduto dalla Compagnia dei
Laudesi di Orsanmichele per
quattro fiorini d’oro.
Ricordiamo che i soci della 6.
Compagnia dei Laudesi di
Orsanmichele erano sepolti accanto a 4. Santa Reparata (che sarà
riedificata come Santa Maria del Fiore), sotto questa scultura
dell’Annunciazione:
Le tombe furono rimosse
da Piazza San Giovanni dopo, Mappa 1D, quella di Brunetto messa nella
Santa Maria Maggiore, Mappa 1C.
Giovanni Villani,
Cronica, VII.clv.
1322-1348
"De miracoli che apparirono in Firenze per santa Maria d'
Orto san Michele. Nel detto anno a di 3 del mese di Luglio, si
cominciarono a mostrare grandi e aperti miracoli nella città di
Firenze per una figura dipinta di santa Maria in uno pilastro
della loggia d'Orto san Michele, ove si vende il grano, sanando
infermi, e rizzando attratti, e isgombrare imperversati
visibilemente in grande quantità. Ma i frati predicatori e
ancora i minori per invidia o per altra cagione non vi davano
fede, onde caddono in grande infamia de' Fiorentini. In quello
luogo d'Orto san Michele si truova che fu anticamente la chiesa
di san Michele in Orto, la quale era sotto la badia di Nonantola
in Lombardia, e fu disfatta per farvi piazza; ma per usanza e
devozione alla detta figura, ogni sera per laici si cantavano
laude; e crebbe tan to la fama de' detti miracoli e meriti di
nostra Donna, che di tutta Toscana vi venia la gente in
peregrinaggio per le feste di santa Maria, recando diverse
immagine di cera per miracoli fatti, onde grande parte della
loggia dinanzi e intorno alla detta figura s' empie , e crebbe
tanto lo stato di quella compagnia, ov'erano buona parte della
migliore gente di Firenze, che molti beneficii e limosine, per
offerere e lasci fatti, ne seguirono a' poveri 1' anno piu di
seimila libbre ; e seguesi a' di nostri, sanza acquistare nulla
possessione, con troppo maggiore entrata; distribuendosi tutta
a' poveri".
Laudario della Compagnia
dei Laudesi di Orsanmichele
1337 Presente Orsanmichele edificata, nel 1347 Madonna delle
Grazie di Bernardo Daddi, 1357 Tabernacolo di Andrea Orcagna
31.Mappa 2C, Parrini
XX. In via Lamberti, 20 rosso, alla destra dove sorgevano le case
dei Lamberti. Lettura 28
♫
LAMBERTI . . . E LE PALLE DELL'ORO FIORIAN FIORENZA IN TVTT'I SVOI GRAN FATTI.
Mosca de 'Lamberti era coinvolto nel consiglio che
indusse gli Amidei a vendicarsi e uccidere Buondelmonte al Ponte
Vecchio. Le lotte del 1216 tra le famiglie 34. Buondelmonte, 36.
Amidei, 31.
Lamberti, 9.
Uberti e 14. Donati hanno dato origine alle
vendette Ghibelline e Guelfe a Firenze. Vendette contro le quali
si espresse Brunetto Latino insegnando con sollecitudine ai suoi
discepoli nel Tesoretto, come l'amore di Dio, del
prossimo, del nimico, avrebbe portato alla pace di una città.
32. Dietro
l’Ufficio Postale si trova il Museo di Palazzo Davanzati in
Piazza Davanzati: un bel palazzo del XIV secolo, con pareti
affrescate e completo di impianto idraulico e servizi igienici.
Chiaro Davanzati fu poeta collega del maestro di Dante, Brunetto Latino. Il palazzo mostra
come sarebbe stata la vita di una ricca, nobile famiglia
fiorentina, mentre Dante, un orfano, era comparativamente
povero. Visitabile. Mappa
2C.
33.Mappa 2B,
Parrini VI. In Via Tornabuoni, 1, già Via dei Belli, sul Palazzo
Gianfigliazzi. Lettura 2
♫
GIANFIGLIAZZI . . . COM’IO RIGVARDANDO TRA LOR VEGNO, IN VNA BORSA GIALLA VIDI AZZVRRO CHE D'VN LEONE AVEA FACCIA E CONTEGNO
Dante
in Inferno XVII, alla vista della chimera fraudolenta,
Gerione, parla degli Usurai nell’Inferno (lo stesso
padre di Dante era un usuraio), e descrive le loro borse che
portano lo stemma della loro famiglia. Uno di questi usurai
è Rinaldo degli Scrovegni, il cui figlio fece affrescare da
Giotto la Cappella dell'Arena a Padova. Abbiamo visto che la
figura di Francesco da Barberino nella Cappella della
Maddalena del 20. Bargello copia quella di Enrico degli
Scrovegni nella Cappella dell’Arena di Padova.
In questa parte di Firenze si
trovano via del Purgatorio, piazza del Limbo e l’antica chiesa
romanica dei Santi Apostoli dove si conservano le pietre focaie
e il portafuoco (una grande lanterna) in cui accendere il fuoco
pasquale. Queste pietre sarebbero state portate dalla Terrasanta
da Pazzino dei Pazzi dopo la Prima Crociata indetta per liberare
il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli. La cerimonia del
fuoco risale alla liberazione di Gerusalemme nel giorno del
Sabato Santo, quando i crociati si radunarono nella Chiesa della
Resurrezione, e, in devota preghiera, discritubuirono a tutti il
fuoco benedetto come simboli di purificazione. La domenica di
Pasqua il fuoco viene recato dalla chiesa dei Santi Apostoli in
Duomo, per l'accensione della 'Colombina', un piccolo razzo che
scorre su un filo d'acciaio fuori dal Duomo fino al Carroccio -
il grande carro di guerra che viene trainato per le strade da
buoi bianchi con corna dorate ornate di ghirlande - facendo
espolodere i suoi fuochi d'artificio. Quando Dante descrive nel
Purgatorio il Carro su cui è Beatrice ricorda proprio il
Carroccio, che fu preso dai Senesi e dai Ghibellini a Montaperti
e poi restituito a Firenze. Il trisavolo di Dante, Cacciaguida,
partecipò alla Seconda Crociata, trovandovi la morte. Se sei a
Firenze in tre anni diversi, un anno recati a vedere i fuochi
d’artificio del Carroccio fuori dal Duomo, un altro vai
all’interno del Duomo (il fragore è terribile a causa
dell’acustica della cattedrale), il terzo anno alla chiesa dei
Santi Apostoli.
34.Mappa 2C, Parrini
XXVIII. In Borgo SS. Apostoli, 6 nero, dove erano le case dei
Buondelmonti. Lettura 3
♫
Si veda 37.
Ponte Vecchio.
O BVONDELMONTE . . . . . . MOLTI SAREBBER LIETE, CHE SON TRISTI, SE DIO T'AVESSE CONCEDVTO AD EMA LA PRIMA VOLTA CH'A CITTÀ VENISTI.
Le lotte del 1216 tra le famiglie 34. Buondelmonte,
36. Amidei,
31. Lamberti, 9. Uberti e 14.Donati
hanno dato origine alle vendette Ghibelline e Guelfe a Firenze.
Lotte contro le quali Brunetto Latino parlò con passione ai suoi
discepoli nel Tesoretto e nel Tesoro,
affermando che l'amore di Dio, del prossimo, del nimico, avrebbe
portato alla pace di una città.
35.Mappa 3C, Parrini
XXVI, Tassinari XXVI. In Borgo SS. Apostoli, 4 rosso, sulla Torre
dei Baldovinetti. Lettura 4
♫
Non trovata
GIA ERAN GUALTEROTTI ED IMPORTUNI E ANCOR SARIA BORGO PIU QUIETO SE DI NOVI VICIN FOSSER DIGIUNI
Paradiso XVI.133-135 36.Mappa 3C, Parrini
XXVII. In Por S. Maria, 11 rosso, sulla Torre degli Amidei.
Lettura 5 ♫
AMIDEI LA CASA DI CHE NACQVE IL VOSTRO FLETO, PER LO GIVSTO DISDEGNO CHE V'HA MORTI, E PVOSE FINE AL VOSTRO VIVER LIETO, ERA ONORATA, ESSA E SVOI CONSORTI.
La violenta rivalità del 1216 tra le famiglie 34. Buondelmonte,
36. Amidei,
31. Lamberti, 9. Uberti e 14.
Donati hanno dato origine agli scontri tra Guelfi e
Ghibellini a Firenze. Contro queste lotte continue, vere e
sanguinose faide, Brunetto Latino si espresse con forza e
lungamente, insegnando ai suoi discepoli come l'amore di Dio,
del prossimo, del nemico, avrebbe portato alla pace di una
città.
PONTE VECCHIO
37.Mappa 3C,
Parrini XXIX. Sul Ponte vecchio, dove si ergeva la statua di
Marte. Dall’altra parte del fiume Arno si stende qualla parte
della città nota come 'Oltrarno'. Lettura 6 ♫
. . . CONVENIASI A QVELLA PIETRA SCEMA, CHE GVARDA IL PONTE, CHE FIORENZA FESSE VITTIMA NELLA SVA PACE POSTREMA
Giovanni Villani spiega che
questa lotta iniziò nel momento in cui un Buondelmonte abbandonò una
figlia degli
"Danti del Cento".
Dante così poetizza le croniche storiche.
Amidei,
sua promessa sposa; la colpa è attibuita a una madre
della casata dei Donati, la
quale fece che s' che il Buondelmonte sciolta la
promessa di matrimonio sposasse sua figlia invece della
figlia della casa Amidei. Buondelmonte venne poi ucciso
ai piedi della statua del dio Marte la mattina di Pasqua
del 1216 sul Ponte Vecchio da membri delle famiglie
degli 9. Uberti, 31. dei Lamberti e 36. degli Amidei. Quella
statua si diceva fosse collocata nel Battistero, in
origine un antico Tempio romano del dio Marte, Giovanni
Vilanni, Cronica, V.xxxviii. Le illustrazioni
alla storia fiorentina che vediamo nella Cronica
di Giovanni Villani sono di Pacino da Buonaguida, il
quale illustra anche diversi manoscritti dei"Danti del
Cento". Dante Alighieri e il suo compagno di studi,
Francesco da Barberino, poetizzano così le cronache
storiche di Dino Compagni e Giovanni Villani.
Dante Gabriel Rossetti, il cui padre,
grande studioso di Dante, era esule politico
dall’Italia a Londra, ha dipinto la scena di
Dante che dipinge angeli, immaginando la 25. Casa di
Dante vicino all'Arno con la vista di questo
ponte, una veduta di questo ponte.
Oxford, Ashmolean Museum, Dante Gabriel
Rossetti, Dante che dipinge angeli
38.Mappa 3C, Parrini IV, Tassinari IV. Sul
Ponte vecchio, sotto il corridoio vasariano. Lettura 7 ♫
. . . IN SVL PASSO D'ARNO Inferno
XIII.146 PIAZZA SANTA FELICITA'
39.
Una volta attraversato il 38.
Ponte Vecchio dov'era il dio della guerra, Marte, ed essere
giunti nell'Oltrarno (l'altra sponda dell'Arno, come l'altra
sponda del Tevere di Roma è chiamata Trastevere), vedrai alla
tua sinistra la piazzetta di Santa Felicita con al centro la
colonna bordata in ferro. Ci racconta Giovanni Villani, Cronica VII.lxxxix,
che il giorno di San Giovanni, il 24 giugno 1283, quando Dante
aveva diciotto anni, mille giovani fiorentini si radunarono
là, vestiti di bianco, per celebrare il dio dell'Amore. (Come
negli anni '60, "Make Love, not War!") Map 3C.
"Nell'anno appresso 1283, del mese di Giugno, per la festa di
san Giovanni, essendo la città di Firenze in felice e buono
stato di riposo, e tranquillo e pacifico stato, e utile per il
mercatanto e artifici, e massimamente per gli guelfi che
signoreggiavano la terra, si fece nella contrada di santa
Felicita oltrarno, onde furono capo e cominciatori quegli
della casa deì Rossi con loro vicinanze, una compagnia e
brigate di mille uomini o più, tutti vestiti di robe bianche
con uno signore detto dell'Amore. Per la qual brigata non
s'intendea se non in giuochi e in solazzi e in balli di donne
e di cavalieri e d'altri popolani, andando per la terra con
trombe e diversi stormenti in gioia e allegrezza, e stando in
conviti insieme, in desinari e in cena. La quale corte durò
presso a due mesi, e fu la più nobile e nominata che mai fosse
nella città di Firenze e in Toscana; alla quale vennero di
diverse parti molti genitli uomini e provveduti onorevolmente.
E nota, che ne' detti tempi la città di Firenze e' suoi
cittadini fu nel più felice stato che mai fosse, e durò insino
agli anni 1284, che si cominciò la divisione tra' l popolo e'
grandi, appresso tra' bianchi e' neri."
Quell’Amore che si sarebbe trovato nel Tesoretto di Brunetto
Latino, nella Vita nova
di Dante Alighieri (di cui Dante presenterà una copia al suo
maestro il giorno di Pasqua con il sonetto di accompagnamento,
"Messer Brunetto, questa Pulzeletta"), nei Documenti
d’Amore di Francesco da Barberino, e nel Canzoniere
Palatino. Francesco da Barberino era compagno di studi
con Dante Alighieri e Guido Cavalcanti di Brunetto Latino.
Biblioteca
Medicea Laurenziana, Strozzi 145, Brunetto Latino, Tesoretto,
Miniaturista Francesco da Barberino
Biblioteca Medicea Laurenziana, Strozzi 146,
fol. 42r, Brunetto Latino,
Colonna in Piazza Santa Felicita,
Firenze Tesoretto, Miniaturista, Francesco da Barberino
Penso,
da questo disegno, che si possa parlare di un manufatto in
pietra ancora esistente del 'Dolce stil novo', dei 'Fedeli
d'amore'.
Biblioteca
Apostolica Vaticana, Francesco da Barberino, Documenti
d'Amore
Torniamo
indietro e svolta a destra per arrivare in Piazza della
Signoria e al suo Palazzo del Popolo, oggi chiamato Palazzo
Vecchio, susseguente alla costruzione degli Uffizi per
volere dei Medici, del Corridoio Vasariano, di Palazzo
Pitti. Se visiti la Galleria degli Uffizi vedrai i primi
dipinti su foglia d’oro dell’epoca di Dante, un tempo nelle
chiese per tutto il popolo ma ora commercializzati per i
turisti. Ma anche Palazzo Vecchio non era ancora stato
costruito prima dell'esilio di Dante. SAN PIERO SCHIERAGGI
40. Il Palazzo del Popolo, oggi
chiamato Palazzo Vecchio, era originariamente sede della chiesa
di San Piero Schieraggi, poiché era usanza a Firenze firmare i
Trattati di Pace, come quello che Brunetto Latino scrisse tra
Siena e Firenze nel 1254,
leggendoli nelle chiese e firmandoli alla presenza del popolo al
suono delle campane, facendo delle chiese anche luoghi politici.
In tempo di guerra tali documenti venivano invece letti sul
campo di battaglia al suono delle trombe.
Mappa 2D, Parrini
III, Tassinari III. In Palazzo vecchio, nel primo cortile. Farinata, benché Ghibellino, è
contro i Senesi che volevano distruggere Firenze e il suo 20. Palazzo del Podestà (il
Bargello) dopo la Battaglia di Montaperti. Sua figlia Beatrice
andrà in sposa al figlio di Cavalcanti,
Guido, alla Pace del Cardinale Latino, stipulata tra le famiglie
Guelfe e Ghibelline perché potessero fare causa comune contro la
tirannia del Re Carlo d’Angiò. Lettura 12 ♫
FV'IO SOL COLÀ DOVE SOFFERTO FV PER CIASCVN DI TORRE VIA FIORENZA COLVI CHE LA DIFESI A VISO APERTO.
Mappa 2D, Parrini
XXX In Palazzo Vecchio, nel primo cortile. Lettura 14♫
VID'IO FIORENZA IN SÌ FATTO RIPOSO CHE NON AVEA CAGIONE ONDE PIANGESSE; CON QVESTE GENTI VID'IO GLORIOSO E GIVSTO IL POPOL SUO, TANTO CHE IL GIGLIO NON ERA AD ASTA MAI POSTO A RITROSO NE' PER DIVISION FATTO VERMIGLIO.
Mentre Borgo dei Greci si dispone ad angolo dal
Palazzo della Signoria, 40.
Palazzo Vecchio.
41.Mappa 2D Parrini
XXIII, Tassinari XXIII. In Borgo dei Greci, 29, esisteva una
piccola porta nella prima cerchia muraria. Questo era il quartiere
dove furono alloggiati i delegati Greco Ortodossi che presero
parte al Concilio Ecumenico di Firenze (1439). Per i loro ritratti
si devono ammirare gli affreschi di Benozzo Gozzoli nella Cappella
- di epoca più tarda - di Palazzo Medici. Lettura 11 ♫
NEL PICCIOL CERCHIO S'ENTRAVA PER PORTA CHE SI NOMAVA DA QVE' DELLA PERA.
Anche si può esplorare questi
luoghi con Google Earth.
42. Puoi proseguire lungo Borgo
dei Greci sbucando in Piazza Santa Croce e la sua grande chiesa
francescana, 43. Santa
Croce, conventuale, iniziata nel 1294 da Arnolfo di Cambio. Qui
Dante andò a studiare dopo la morte di Beatrice. C'era già
tensione fra il convento e Pietro Olivi e Ubertino da Casale, i
due francescani spirituale presenti a Santa Croce, 1287-1289,
contro la costruzione dei grandi edifici. All'esterno della
chiesa vediamo la statua di Dante e all'interno il cenotafio a
lui dedicato, al centro della navata di destra, entrambi
realizzati durante in epoca risorgimentale, quando si ebbe
l’unificazione dell'Italia, dopo le sue numerose città-stato
medievali. Dante, però, è sepolto a Ravenna, sempre con i
Francescani. A Ravenna la figlia Antonia aveva presoi voti,
diventando monaca olivetana e prendendo il nome di Beatrice. La
Compagnia dei Laudesi di 30.
Orsanmichele le inviò Boccaccio con il dono di dieci fiorini
d'oro. Francesco da Barberino, compagno di studi di Dante è
invece veramente sepolto qui, in Santa Croce. Egli morì di peste
nel 1348 a 84 anni d’età, appena ultimata la sua seconda copia
firmata della Commedia, dopo il suo ritorno a Firenze
dall'esilio, era stato infatti editore di Brunetto e Dante. È
Boccaccio che scrive l'epitaffio per la sua tomba. Ogni anno
rappresentanti dei Comuni di Firenze e Ravenna e della Società
Dantesca Italiana sfilano con il Gonfalone di Giustizia da 40. Palazzo Vecchio alla 25. Casa Dante e a 43. Santa Croce in onore di
Dante.
Da 43. Santa Croce possiamo girare
a destra oltre la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che
conserva i numerosi manoscritti di Brunetto e Dante, e Las
Cantigas de Santa Maria del re Alfonso X el Sabio, che
influenza 30.Orsanmichele
e i suoi miracoli. Proseguendo lungo l'Arno, giungiamo alla
Zecca.
44. XI.Oltre il bordo
della mappa. In Piazza Piave sull’Arno, sulla Torre della Zecca
vecchia dove veniva coniato il fiorino di Firenze. Il primo euro
d’Europa. Lettura 10
♫
PER MEZZA TOSCANA SI SPAZIA UN FIUMICEL CHE NASCE IN FALTERONA, E CENTO MIGLIA DI CORSO NOL SAZIA
45.X.[Oltre il bordo
della mappa] In via San Salvatore al Monte, all’inizio della
scalinata, Oltrarno. Lettura 8 ♫
. . . PER SALIRE AL MONTE DOVE SIEDE LA CHIESA CHE SOGGIOGO LA BEN GVIDATA SOPRA RVBACONTE, SI ROMPE DEL MONTAR L'ARDITA FOGA, PER LE SCALEE, CHE SI FERO AD ETADE CH'ERA SICVRO IL QUADERNO E LA DOGA.
Saliano ora queste scale per godere della vista
più splendida di Firenze. Entriamo anche nella chiesa di San
Miniato. Poi, anche, prendiamo l’autobus 7 per Fiesole per
vedere l’altrettanto splendido panorama sulla città, e l’autobus
25 per La Lastra, dove vivevano il padre e i fratelli di Bunetto
Latino, mentre lavoravano per i Vescovi di Fiesole come loro
notai.
Le due chiese, Santa Maria Novella, presso
la stazione, per i Domenicani, e Santa Croce per i Francescani,
dove Dante avrebbe ascoltato lezioni di teologia, erano fuori
delle mura della città. Visitabili.
La cerchia muraria trecentesca e le grandi porte
furono per lo più abbattute dall’architetto Giuseppe Poggi per
rendere Firenze come Parigi con i suoi boulevard. I viali furono
quindi realizzati nel Risorgimento quando Firenze divenne
capitale d’Italia. Vennero conservate Porta Romana, Porta San
Frediano (Oltrarno), Porta al Prato, Porta San Gallo, Porta alla
Croce (dove avvenivano le esecuzioni capitali da quella di San
Miniato in poi fino a quando il libro di Cesare Beccaria contro
la pena capitale convinse il Granduca Pietro Leopoldo ad abolire
la crudele pratica nel 1786).
John Brett, Aurora Leigh, Veduta vittoriana di Firenze da
Bellosguardo
Le mura medievali, edificate da Arnolfo di Cambio
con le pietre delle torri dei Ghibellini, furono demolite quando
Firenze per breve tempo divenne capitale d’Italia. Sulla Porta a
Pinti vi era lo stemma della città, il giglio e la croce,
scolpiti dallo stesso Arnolfo, porta attraverso la quale Corso
donati era tornato dall'esilio per dare libero sfogo alla sua
vendetta contro i Guelfi Bianchi. Alla sua distruzione questi
stemmi furono posti da Giuseppe Poggi sul muro di cinta interno
del Cimitero ‘degli Inglesi’ in Piazzale Donatello. Il giglio è
in realtà l’iris fiorentina selvatica, che abbiamo ora piantato
a profusione in tutto il cimitero delimitandone i sentieri. Lord
Leighton, William Holman Hunt e altri artisti l’hanno scolpita
su molti dei nostri sepolcri.
In centro laziamo lo sguardo per osservare le torri Ghibelline,
che furono abbassate per volontà dei Guelfi; le loro pietre (che
furono estratte un tempo da quello che è oggi il Giardino di
Boboli) furono usate per la costruzione della grande cerchia
muraria di firenze a difesa comune da nemici esterni, mentre la
città era sconvolta dalle lotte intestine tra famiglie nobili con
spargimento di sangue nelle strade. Gli anelli in ferro che
vediamo sui muri servivano un tempo per legare i cavalli e per
reggere le torce per l’illuminazione delle strade. L’illuminazione
delle strade era anche data dai numerosi tabernacoli affrescati
con la Madonna col Bambino e Santi che vedremo agli angoli delle
strade. Nei documenti negli archivi del tempo di Dante non
troviamo i Medici, nuovi arrivati rinascimentali nella città, già
grandiosa per la poesia di Dante, l’arte di Giotto, la scultura e
l’architettura di Arnolfo. I Medici costruirono principalmente
palazzi e ville per sé stessi piuttosto che per il popolo,
assumendo il controllo di una città che si vantava di essere una
grande repubblica. Macchiavelli scrive Il Principe come
satira, e osserva che una volta conosciuto la libertà un popolo
mai acconsentirà a un tiranno.
Sperello di
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Necrologia
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A c. Giancarlo Landini. Firenze: Polistampa, 2017.
Giovanni Villani, Cronica di Giovanni Villani. Roma:
Multigrafica Editrice, 1980.
Altamente consigliate sono le visite al Palazzo Davanzati dove si
può immaginare com’era la vita nell’era di Dante (Chiaro Davanzati
ha preceduto Dante come poeta lirico scrivendo in Italiano), il
Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, il Museo del Bargello,
30. Orsanmichele, 40. Palazzo Vecchio,
"La Musica della Commedia" dell'Ensemble San Felice di
Federigo Bardazzi e Marco Di Manno
e la Commedia di Dante all’indirizzo http//www.florin.ms/Dantevivo.html
di cui questo fa parte, e anche il Museo Zeffirelli in Piazza San
Firenze per il suo Inferno animato, e pranzare o cenare
alla trattoria del "Pennello", la vera casa di Dante.
Si ringraziano Maria Novella Fioretta Pucci, Giacomo Pucci,
Eugenio Giani, Richard Mac Cracken, Alberto Casciani,
Daniel-Claudiu Dumitrescu, Giuliano Benvenuti e la Biblioteca del
Capitolo Metropolitano Fiorentino, Enrico Giannini, Renato
Stopani, Massimo Tosi, Domenico Savini, Spencer Abruzzese, Paolo
Ciampi, e Assunta D'Aloi. Potrebbe il gentile lettore fare
richiesta al Comune di Firenze che siano eseguiti i lavori di
pulitura e restauro delle lapidi di Dante e del busto in bronzo
del Museo Casa di Dante, e potrebbe considerare di contribuire
finanziariamente alla realizzazione di questi interventi?
To donate to the restoration by Roma of Florence's
formerly abandoned English Cemetery and to its Library
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