Bruno Vivoli,
Repubblica di San Procolo, 2001 |
Cenacolo
Dante Alighieri con
la
lettura della
|
Il pellegrino e il libro:
Uno studio su Dante Alighieri. De strata francigena
20/1 (2012). A cura di Renato Stopani. Firenze: Centro
Studi Romei. 191 pp.
See
also Christine de Pizan's feminist Commedia where Virgil
is the Sybil, Dante, Christine:
Christine de Piza/ Cristina
da Pizzano. Le Chemin de Longs Etudes/ Il Cammin
di Lungo Studio. Traduzione di Ester Zago. A
cura di Julia Bolton Holloway. Testo a fronte,
francese/italiano. De Strata Francigena. A cura di
Renato Stopani. Firenze: Centro Studi Romei, 2017. v
+ 128 pp.
COMMEDIA. PURGATORIO XI
Padre nostro, che ne' cieli
stai,
1
non circunscritto, ma per più amore
ch'ai primi effetti di là sù tu hai,
laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo
valore
4
da ogne creatura, com' è degno
di render grazie al tuo dolce vapore.
Vegna ver' noi la pace del tuo
regno,
7
ché noi ad essa non potem da noi,
s'ella non vien, con tutto nostro ingegno.
Come del suo voler li angeli
tuoi
10
fan sacrificio a te, cantando osanna,
così facciano li uomini de' suoi.
Dà oggi a noi la cotidiana
manna,
13
sanza la qual per questo aspro diserto
a retro va chi più di gir s'affanna.
E come noi lo mal ch'avem
sofferto
16
perdoniamo a ciascuno, e tu perdona
benigno, e non guardar lo nostro merto.
Nostra virtù che di legger
s'adona,
19
non spermentar con l'antico avversaro,
ma libera da lui che sì la sprona.
ante Alighieri ha scelto di scrivere la
Commedia, come il Vangelo, per tutti: uomini, donne,
bambini. Il nostro Cenacolo Dante Alighieri, aperto a tutti,
ha l’intento di condividere la lettura di tutte e tre le
Cantiche della Commedia, tre Canti ogni giovedì sera.
Una lettura che non sia superficiale, o secondo lo stile
cognitivo dell’emisfero sinistro, approccio tipico
dell’Accademia e delle scuole, ma secondo lo stile
dell’emisfero destro, con colori e suoni, con
le miniature, i disegni di Botticelli e di Blake, con la
musica del tempo, e come il figlio Pietro Alighieri ha
insegnato nel suo Commento, il quale afferma che il poema è
finzione e sogno, guidando noi lettori alla verità. Noi come
lettori, nel leggere, diventiamo Dante dentro la sua Commedia;
noi con lui, come lui, commettiamo tutti e sette i peccati
mortali, e nel Purgatorio sciogliamopoi questi peccati
con la Penitenza gioiosa. La Commedia è come un
Manuale di Confessione, Dante, nel poema, è come il re Davide
con il Salmo 50, il Miserere, il quale si pente dei
suoi peccati mortali con Natan e con Dio. Dante, fuori della
finzione del poema, è togato in rosso, è Maestro; dentro la Commedia,
invece, è in azzurro, come discepolo di Virgilio, che è in
rosso. Egli è qui l’apprendista del mago. Dante, nel testo del
poema, è come Pinocchio che sbaglia, e poi impara - e noi
impariamo con loro.
Firenze/Esilio,
1265-1321 Dante autore, in rosso vero ―› materiale letterale |
Poema, Pasqua, 1300 Dante pellegrino, in azzurro sogno, finzione ―› formale e efficiente morale e allegorico |
Ovunque, 1300-2020 Noi lettori veri efficiente e finale morale e anagogico |
La pedagogia medievale, soprattutto, era
giocosa, avendo compreso come questo fosse un ottimo modo per
ben apprendere e insegnare. Le regioni infernali, sono quelle
del Regno della menzogna. La poesia dell’Inferno inganna
“Dante” e noi, suoi lettori, così come accade con la
pornografia del Canto V, come con la figura del fraudolento
Gerione con il volto di uomo giusto dei Canti XVI-XVII. È
importante riscoprire le ‘commedie’ terenziane e pacifiche,
delle donne e degli schiavi, della Commedia, e non
essere per sempre abbandonati nell’’alta tragedia’ dell’Inferno
dove la guida è Virgilio, ‘Arma virumque cano’, del
poeta e filosofo pagano, ‘degli dei falsi e bugiardi’, delle
lacrimae rerum, che rappresentano la filosofia, ma
giungere invece alla figura di Beatrice, cristiana, alla
Teologia.
Quando un restauratore lavora su un quadro medievale deve
rimuovere tutte le aggiunte che sono state fatte negli anni,
rimuovere gli strati giallastri di vernice, per ritrovare i
colori vividi e brillanti e l’oro dell’originale che sembrano
danzare alla luce delle candele. Lo stesso desideriamo fare
con la poesia di Dante, così che quando leggiamo la Commedia,
possiamo avvicinarci il più possibile alla Firenze medievale
del suo tempo. Ceneremo ogni mese anche nella sua vera casa
natale, alla Trattoria “Il Pennello”, accanto alla chiesetta
di San Martino, invece di incontrarci nel Museo Casa di Dante
degli inizi del Novecento. Il nostro Dante non sarà il Dante
della statua severa in Piazza Santa Croce, non sarà il Dante
del Romanticismo francese e tedesco, non sarà il Dante così
come fu percepito dal Risorgimento, il Dante del nazionalismo
e della massoneria, né il Dante del Duce Mussolini del
Fascismo arrogante, imperialistico e razzista, ma il Dante
medievale in carne ed ossa, prima, cittadino di Firenze, che,
con la condanna all’esilio e con la condanna a morte per tre
volte nel Libro del Chiodo, e diviene - un cittadino
umile e democratico di un mondo che è il Regno dei Cieli, che
sposò la pagana Etica Nicomachea di Aristotele al
cristianesimo inclusivo dei Vangeli, all’In Principio erat
Verbum della Bibbia, come riscritto in ‘Nel mezzo del
cammin di nostra vita . . .’ qui ed ora.
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